Il pompiere-eroe: «Così ho salvato quella donna momenti terribili, ma ho fatto solo il mio dovere»

Carmine Galasso premiato per il suo coraggio nel giorno di Santa Barbara

Il pompiere-eroe: «Così ho salvato quella donna momenti terribili, ma ho fatto solo il mio dovere»
Domenica 3 Dicembre 2023, 10:35 - Ultimo agg. 11:16
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Un'azione eroica che gli è valsa una importante benemerenza. La riceverà domani, in occasione della festività di Santa Barbara, patrona dei vigili del fuoco. Lui è Carmine Galasso, orgoglioso pompiere 40enne, che ha salvato la vita a una donna, mettendo in pericolo la propria. Per quel gesto ha già ottenuto altri riconoscimenti (tra cui quello del Consiglio Regionale). L'episodio a cui si fa riferimento si è registrato in città il 20 agosto del 2021 in un appartamento al quinto piano di un palazzo di via Tuoro Cappuccini.

Galasso, cosa accadde in quella occasione?
«È solo il mio lavoro e farei esattamente le stesse cose, ma quella volta ho vissuto momenti terribili.

In una frazione di secondo ho dovuto prendere una decisione per salvare la vita alla donna. Mi sono tolto l'auto-protettore e l'ho applicato sul volto della signora per cercare di farla respirare. Poi l'ho trasportata verso un'area protetta della casa».

L'intervento fu molto complicato, non solo perché il rogo aveva già invaso l'intera abitazione.
«Anche a causa della struttura dell'appartamento. Una casa disposta su più piani e tutti interessati dal fuoco. Arredi ed elementi vari presenti permettevano il propagarsi rapido delle fiamme: parati in tessuto, molti oggetti in legno e strutture varie in legno. Già quando era giunta la segnalazione alla centrale ci siamo tutti allertati perché avevamo capito che la situazione era particolare e complicata da gestire».

Quale il quadro che vi siete trovati di fronte?
«Quando siamo arrivati sul luogo, le fiamme avevano invaso tutto l'appartamento. Abbiamo dovuto valutare in pochi attimi quali azioni adottare. Ci avevano riferito che la signora era bloccata sul balcone. Ma non vedevamo nessuno sul balcone. In una frazione di secondo, dunque, dovevamo decidere cosa fare, prendendo in considerazione le diverse variabili».

Quindi, cosa è successo?
«Nell'appartamento, oltre alle fiamme e al fumo, cadevano calcinacci. Avevo notato che in lontananza si vedeva un balcone. Abbiamo valutato se potevamo entrare in sicurezza. L'obiettivo era di trovare la signora e portarla in salvo. Con tutta l'attrezzatura siamo entrati. Le fiamme avevano bruciato la maggior parte dell'appartamento. A causa del fumo denso, la visibilità era scarsa. Non si riusciva a vedere nulla. Quando abbiamo raggiunto il balcone e ci siamo accorti che non era l'unico dell'appartamento. All'improvviso ho sentito in lontananza dei lamenti. Ho cercato di vedere in un'altra area dell'appartamento e ho visto che tutte le porte erano compromesse, perché avvolte dal fuoco, quindi il passaggio era impedito. Ho cercato di realizzare quale fosse la strada da percorrere per cercare di individuare da dove provenissero i lamenti».

A quel punto cosa ha fatto?
«Sono riuscito a giungere in una stanza, l'area della biblioteca dove c'erano molti libri. Proprio lì ho notato la donna. Poi, in lontananza ho visto uno spiraglio di luce. Quindi ho pensato che lì ci fosse un balcone dove poter trovare temporaneo riparo».

Ha quindi raggiunto la donna. Poi che è successo?
«La signora era sotto choc. Nel chiedere aiuto aveva inalato del fumo. Aveva bisogno di aria. Dovevo valutare come portarla in salvo senza rischi. Così la scelta di dare la mia maschera alla donna per farla respirare per permetterle di raggiungere il balcone. Da qui, con l'autoscala è stata fatta scendere».
Ma quel gesto eroico ha determinato rischi grossi per lei.
«Avevo del tempo utile per poter uscire senza auto-protettore dall'appartamento. Ho calcolato anche questo. In ogni caso, ho dovuto far ricorso alle cure mediche. Ma alla fine tutto è filato liscio. Il lavoro di squadra è stato molto importante».
 

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