La denuncia di don Vitaliano: «Soli e con disturbi psichici abbandonati dalle istituzioni»

La denuncia del parroco vicedirettore della Caritas

Don Vitaliano della Sala
Don Vitaliano della Sala
di Riccardo Cannavale
Lunedì 11 Dicembre 2023, 10:58 - Ultimo agg. 16:51
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«In città e nell'immediato hinterland ci sono numerosi casi di persone sole con problemi di salute mentale abbandonate a se stesse. Il rischio di un nuovo Adam è dietro l'angolo». A lanciare l'allarme è don Vitaliano Della Sala, il vicedirettore della Caritas di Avellino che, con l'inverno ormai annunciato dalle rigidità climatiche, sottolinea quello che per le strutture di accoglienza diventa ogni giorno un problema senza soluzione.

Nella sua denuncia, don Vitaliano racconta di come con cadenza quasi quotidiana persone con evidenti problemi vengano "scaricate" ai cancelli della Casa della Fraternità "Mons. Antonio Forte" in via Morelli e Silvati. «La nostra struttura non è pronta ad accogliere ed accudire le persone con problemi di salute mentale. Non abbiamo i mezzi e nemmeno le professionalità per farlo. Però, sempre più spesso, anche le istituzioni bussano alle nostre porte chiedendoci di prenderci cura di persone, italiane e straniere, che manifestano evidenti problemi. Per noi - ribadisce il parroco di Capocastello - sono loro la vera emergenza, non i senzatetto: a questi ultimi, un letto e un pasto caldo riusciamo bene o male ad assicurarlo, ma a persone che presentano evidenti squilibri psichici, senza un'opportuna preparazione, che assistenza possiamo fornire?».

Ce l'ha soprattutto con le istituzioni pubbliche che, pure, sarebbero deputate a fornire risposte in tal senso, don Vitaliano. Che ricorda come, quest'anno, non sia nemmeno stato riunito il tavolo per il cosiddetto «progetto inverno». «Hanno fatto bene, non serviva a niente: alla fine era sempre e solo la Caritas a doversi far carico delle persone senza fissa dimora nelle giornate più fredde.

Come sempre ci arrangeremo anche quest'anno, ma sulla questione delle persone con problemi di salute mentale bisogna essere tutti più attenti e responsabili. Noi non siamo in grado di ospitare tutti, non possiamo farlo». Don Vitaliano racconta la storia di una persona anziana, residente a Torrette di Mercogliano, che puntualmente viene accompagnata al dormitorio di via Morelli e Silvati. «Ha quasi 80 anni, non ricorda dove abita, non è in grado di muoversi da solo e la Misericordia o le forze dell'ordine quando lo trovano a vagare per strada lo accompagnano da noi. A volte manifesta segni di violenza, dettati dal suo stato di salute. Non può durare così, non può andare avanti così - accusa il sacerdote -: qualcuno dovrebbe prendere in carico quest'uomo e tutti quelli come lui. Che, se non si interviene, prima o poi farà la stessa fine di Adam».

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Il riferimento è ad Adam Tanko, il 49enne di nazionalità ghanese che esattamente un anno fa, il 14 dicembre, venne travolto e ucciso da un veicolo: l'uomo, senza fissa dimora e con seri problemi psichici, si era disteso, in piena notte, sull'asfalto in via Nazionale, a Torrette di Mercogliano. «Ci prepariamo a piangere altri Adam per poi dimenticarcene - accusa il parroco -. Qui siamo di fronte a donne e uomini abbandonati dalle istituzioni. Persone che hanno bisogno oggi e subito di assistenza, non tra tre mesi, perchè la prima prenotazione utile per una visita psichiatrica è possibile a marzo!». È un fiume in piena don Vitaliano Della Sala. Da anni chiede invano un tavolo con la Questura, la Prefettura, i servizi sociali. Il suo appello è rimasto sempre inascoltato. Non è la solidarietà a mancare ma il coordinamento tra istituzioni. Risultato? Tutto viene scaricato sul volontariato. La Caritas dovrebbe svolgere un ruolo di sostegno, di appoggio alle istituzioni quando queste non ce la fanno: da qualche tempo, invece, si vede costretta a supplire a una pesante assenza. «I servizi sociali se ne lavano le mani fingendo che non sia compito loro, nel reparto di psichiatria non ci sono posti disponibili, i carabinieri intervengono perchè magari allertati di sera da qualche vicino o passante e cosa possono fare? Lo portano da noi ed il problema è risolto: assistenti sociali e amministratori locali possono tornare ad accendere le luci, a far cantare l'albero e buon natale a tutti. Sperando che questo poveruomo ci arrivi a Natale». 

 

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