La Dia: «Clan irpini fiaccati dagli arresti, ora tentano alleanze in altre province»

La relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia

Indagini dei carabinieri sui clan irpini
Indagini dei carabinieri sui clan irpini
di Katiuscia Guarino
Venerdì 14 Aprile 2023, 08:50
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I clan irpini stringono patti con organizzazioni di altre province, mentre in Valle Caudina una volta feudo incontrastato dei Pagnozzi si fanno avanti le "nuove leve". Lo dice la relazione semestrale della Dia (Direzione Investigativa Antimafia). Le aree di maggiore interesse da parte della criminalità organizzata non cambiano: Vallo Lauro, Valle Caudina, capoluogo e immediato hinterland. La Dia spiega: «Il panorama criminale irpino, in ragione della particolare posizione geografica, si caratterizza per le alleanze tra le organizzazioni locali e i sodalizi camorristici originari delle province limitrofe». Ad Avellino e nei comuni confinanti resta il controllo del Nuovo Clan Partenio, evoluzione del vecchio clan Genovese decapitato dalle inchieste degli anni scorsi. «Nel Vallo di Lauro operano i gruppi antagonisti Cava e Graziano - recita la relazione - con proiezioni, rispettivamente, nell'agro nolano e nell'alta Valle dell'Irno ai confini con Salerno. Negli anni, la morte di alcuni esponenti apicali e molteplici attività investigative hanno fiaccato la famiglia Cava. Anche il clan Graziano ha recentemente registrato la perdita di alcune figure apicali e, pertanto, non si escludono possibili involuzioni nella ricerca di nuovi equilibri». In Valle Caudina, dunque, domina ancora il clan Pagnozzi, ma non come nel passato. Le risultanze investigative acquisite avrebbero attestato la presenza in quel territorio dell'organizzazione, «i cui storici esponenti di vertice risultano deceduti o detenuti lasciando spazio a figure familiari con minore carisma criminale». L'organizzazione avrebbe gradualmente esteso la propria influenza anche nella capitale, «stringendo alleanze con soggetti organici ad articolazioni romane del clan Senese, diretta espressione dei Moccia».


La Dia ricorda il ferimento di Fiore Clemente dello scorso anno a San Martino Valle Caudina: «L'11 febbraio 2022, un noto esponente del clan Pagnozzi e un suo accompagnatore sono stati attinti da alcuni colpi di arma da fuoco esplosi da un pregiudicato di origini salernitane, riportando lievi ferite. Il fratello di quest'ultimo, l'8 settembre del 2020, si era reso responsabile dell'omicidio di un altro esponente di spicco del clan Pagnozzi (il boss Orazio De Paola, ndr)». I due distinti episodi, per gli inquirenti, non riconducibili ad ambiti mafiosi, «farebbero propendere verso un minor controllo del territorio da parte del clan». Nella relazione, inoltre, si rimarca anche l'omicidio di Nicola Zeppetelli, gestore di un locale circolo ricreativo a Cervinara, sempre a febbraio 2022. Di qui, la valutazione della Dia: «Non si esclude che la gravità degli episodi delittuosi possa essere riconducibile ad una escalation avviata dalle cosiddette "nuove leve" al fine di monopolizzare lo spaccio di stupefacenti nella Valle Caudina».
 

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