Piscina comunale, riapertura lontana e il degrado avanza

Da risolvere un contenzioso milionario tra Comune, i Cesaro e il credito sportivo

La piscina comunale
La piscina comunale
di Alessandro Calabrese
Mercoledì 14 Giugno 2023, 07:55 - Ultimo agg. 12:22
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Un tempo fiore all'occhiello della città, dal marzo 2020 è chiusa al pubblico, ostaggio di un intreccio giudiziario e amministrativo. Stiamo parlando della piscina comunale di Avellino la cui riapertura è sempre più una partita a tre, tra l'amministrazione di Piazza del Popolo, il Credito sportivo e il Gruppo Cesaro che prima ne deteneva la gestione.

I tempi per rivedere in funzione l'impianto di via De Gasperi dipenderanno dalla soluzione di questioni di tipo tecnico-amministrativo in capo agli uffici di Palazzo di Città ma soprattutto da come evolverà il contenzioso con la società privata che non ha rinunciato alla struttura. Nonostante al Comune sia andato il primo round del procedimento giudiziario, infatti, è in procinto di partire anche l'appello a cui è ricorso il Gruppo Cesaro. Mentre sulla pubblicazione di un nuovo bando per la gestione pesano l'iter per i diritti di superficie e l'atto per la completa acquisizione.

La piscina, realizzata dalla società partenopea agli inizi degli anni 2000 sull'area dell'ex campo Pisa attraverso i fondi del Credito Sportivo, con garanzia prestata dal Comune, è tornata in possesso dell'amministrazione con la definizione dell'esproprio il 29 ottobre del 2020.

In precedenza, una interdittiva antimafia a carico dell'operatore privato risalente al 2018 ne aveva già determinato una prima sospensione delle attività che non si fermano all'impianto natatorio principale e ai due di appoggio per bambini e riabilitazione. Nel centro, infatti, sono presenti anche una palestra e spazi per ginnastica e corsi di danza. Doveva essere il completamento della cittadella sportiva costituita con lo stadio Partenio-Lombardi e il Paladelmauro. Ma di tutto questo resta solo un contenzioso in cui ballano 11 milioni di euro. Sette li chiede come risarcimento il Gruppo Cesaro per l'esproprio e 4, comprensivi del capitale versato e delle varie spese sostenute, il Comune per essersi accollato il debito di quest'ultimo con il Credito Sportivo.
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Al di là della misura cautelare emessa dalla Prefettura di Napoli, infatti, l'imprenditore privato non aveva ottemperato al saldo di alcune rate per la restituzione del finanziamento. Quindi, dopo una prima temporanea riapertura (l'interdittiva sospesa è decaduta nel 2021) l'amministrazione Festa, nel frattempo entrata in carica, ha ripreso in mano la controversia iniziata durante la gestione del commissario prefettizio Giuseppe Priolo.

Entrata in possesso dell'immobile, dopo una lunga fase scandita da sopralluoghi e inventari alla presenza dei vigili urbani, poi, ha intrapreso una battaglia legale nei confronti del vecchio gestore. Andando avanti su un percorso preciso che ha portato il Comune ad estinguere il mutuo ancora acceso con il Credito Sportivo. Per poi rispondere alla citazione per il secondo grado di giudizio intentata dal Gruppo Cesaro proprio contro l'esproprio. E visto che il Gruppo Cesaro ha già manifestato l'intenzione di ricorrere contro qualsiasi nuovo bando per un'altra gestione, prima di pubblicare un avviso per un project financing bisognerà perfezionare la ripresa del possesso dei suoli e, quasi certamente, attendere la prima udienza del ricorso per comprendere quali potrebbero essere gli sviluppi.

Intanto la struttura abbandonata a se stessa sprofonda nel degrado tra erbacce e accumulo di sporcizia all'esterno e attrezzature costose che andrebbero sottoposte a manutenzione periodica all'interno. Evidenti, poi, i segni di ammaloramento della facciata. Tutti danni che qualcuno prima o poi dovrà pagare.
 

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