La maledizione del tunnel non è stato
mai aperto ma è già un colabrodo

La maledizione del tunnel non è stato mai aperto ma è già un colabrodo
di Flavio Coppola
Sabato 2 Ottobre 2021, 08:54
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Perché il Tunnel si allaga quando il Comune pulisce le fontane di Piazza Libertà? Il tragicomico quesito impegna il settore Lavori pubblici di Piazza del Popolo e riaccende i riflettori sull'incompiuta delle incompiute. La giunta ha appena approvato gli indirizzi di una nuova perizia di variante necessaria udite, udite perché la famosa scala in vetro che tiene in ostaggio il sottopasso da due anni, l'assessore Genovese lo scopre solo adesso, non si può fare. E per chiudere l'accesso del sottopasso sulla centralissima Piazza Libertà sfregiata da anni dal cantiere ormai ricettacolo di rifiuti occorre una soluzione alternativa. Ma l'opera, prima ancora di essere aperta, è già un colabrodo. Ecco la comunicazione del responsabile unico del procedimento, Gabriella Del Paradiso, al dirigente, Luigi Cicalese: «Ogniqualvolta si procede alla manutenzione, pulizia e o svuotamento delle fontane di Piazza Libertà, si verificano evidenti e copiosi fenomeni di infiltrazione attraverso la parete laterale del sottopasso, di fronte all'ingresso della scala di emergenza. Si chiede, pertanto, di effettuare verifiche della rete fognaria in superficie, onde evitare ulteriori episodi che possano causare inconvenienti, anche in previsione Del Paradiso è ottimista della prossima apertura al traffico dell'asse stradale».

Ma le infiltrazioni non arrivano solo da Piazza Libertà: «Analoga verifica - aggiunge il Rup del Tunnel si chiede anche in corrispondenza della rete fognaria lungo via Due Principati, a valle dell'ex Banco di Napoli, dove si rilevano tracce di umidità di più modesta estensione». Piove, dunque, sul bagnato. Ieri mattina, finalmente, si sono visti uomini e mezzi a lavoro dal lato di Piazza Garibaldi. All'ingresso, un'impresa era impegnata proprio sull'allaccio di una grossa tubatura interrotta. Il Tunnel, secondo il sindaco, Gianluca Festa, doveva aprire entro la fine dell'anno scorso. Invece, nella delibera appena approvata dalla giunta e inerente le lavorazioni che mancano, è spiegato chiaramente perché, finora, alle parole non sono seguiti i fatti. Manca molto più che l'ultimo miglio: «Le lavorazioni si legge sono complete, ad eccezione di alcune integrazioni richieste dal Provveditorato alle Opere pubbliche». Si tratta, «nello specifico, del completamento impiantistico dell'asse viario del sottopasso mediante l'introduzione dei ventilatori e sistema di rilevamento dei fumi, di una centralina di rilevamento della qualità dell'aria in sotterraneo con sbarramenti in ingresso, dei sensori di apertura delle porte di emergenza, sistema di impianto semaforico, di una sonda antiallagamento e di delineatori luminescenti delle pareti».

Ma anche di « interventi di completamento stradale». «Barriere e recinzioni e asfalto lungo via Pirrotti».

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In realtà ci sono anche una segnaletica costata da sola altri 100.000 euro. Sarebbe già sufficiente a far capire che di questo passo i tempi per l'apertura del sottopasso si prospettano lunghi. Ma ecco il colpo di scena sull'ormai famosa scala antincendio di Piazza Libertà: «Per procedere alla messa in esercizio dell'opera, è necessario procedere ad una soluzione alternativa all'involucro in acciaio e vetro progettualmente previsto per la scala di emergenza». Per due anni, l'amministrazione aveva detto che mancava solo quella. Ora non si farà più. La decisione è «procedere ad una soluzione a carattere provvisorio, ma del tutto funzionale, per la delimitazione in sicurezza del perimetro del vuoto scala, mediante balaustra in acciaio e vetro stratificato, meno impattante rispetto la soluzione dell'involucro chiuso». La differenza sembra minima, ma non lo è dal punto estetico. Ed è questo l'aspetto più ostico: «Le predette variazioni - viene spiegato in delibera - devono essere sottoposte a superiore approvazione dal competente Ufficio della Soprintendenza di Avellino e Salerno». Occorre, insomma, un nuovo parere e una nuova variazione del progetto. Visto l'indirizzo della giunta, ora il dirigente dovrà predisporre la perizia di variante, che poi andrà alla Soprintendenza. Terminato un iter amministrativo che considerati i precedenti potrebbe necessitare di altri mesi, potranno ripartire glii lavori.
 

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