Mamme lavoratrici: il boom di dimissioni dal posto in azienda

I dati degli Ispettorati territoriali

Mamme lavoratrici: il boom di dimissioni dal posto in azienda
Sabato 20 Gennaio 2024, 09:40
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Ancora troppe donne in Irpinia costrette a lasciare il lavoro per potersi dedicare ai figli e alla famiglia. Lo rivela uno studio della consigliera regionale di parità, Domenica Lomazzo. In piccola parte, la questione interessa anche i padri. Dai dati forniti dagli Ispettorati Territoriali regionale e provinciali del lavoro, emerge che nell'anno 2022 si sono registrate 149 dimissioni/risoluzioni in provincia di Avellino, di cui 139 lavoratrici madri e 10 lavoratori padri. Nel Sannio sono state 134, di cui 126 lavoratrici madri, 8 lavoratori padri; Caserta 414, di cui lavoratrici madri 388, lavoratori padri 26; Napoli 1698, di cui lavoratrici madri 1511, lavoratori padri 187; Salerno 417 di cui lavoratrici madri 371, lavoratori padri 46. «I dati dimostrano che il vulnus delle conquiste delle donne nella lunga marcia verso la parità e le pari opportunità risiede principalmente nell'organizzazione della nostra società non ancora strutturata compiutamente sulle esigenze di entrambi i generi ed in una cultura vigente, ancora fortemente impregnata di sessismo, che affida alle donne, ancora esclusivamente, la cura dei figli e della famiglia - spiega la consigliera di parità - l'agognata condivisione del ruolo genitoriale, che consentirebbe alle donne di perseguire anche nel lavoro l'effettiva parità di chance accordate all'universo maschile, necessita ancora di ulteriori e più specifici strumenti e provvedimenti normativi oltre che di un radicale cambiamento culturale. Il lavoro rimane, quindi, uno degli ambiti in cui i divari di genere sono più visibili».

La distribuzione delle dimissioni per classi di età, a livello territoriale, risulta sostanzialmente in linea con i dati rilevati a livello nazionale. La prevalenza delle dimissioni riguarda lavoratrici/lavoratori di età tra i 34 e i 44 anni e lavoratrici madri e lavoratori padri di età compresa tra i 29 e i 34 anni. «In Campania - riprende Lomazzo -, dove pure in questi ultimi anni si è registrata una particolare attenzione all'implementazione del lavoro femminile con azioni volte a favorire l'occupazione delle donne (dall'istituzione di spazi dedicati presso i Centri per l'Impiego - Sportelli Donna - tramite l'utilizzo dei fondi Pnrr - Inclusione-Programma Gol -, alla previsione di specifiche premialità/contributi per le aziende che assumono donne, alla previsione di premialità nei singoli interventi a valere sui fondi Fesr 2021-2027 volti alla valorizzazione della partecipazione femminile e giovanile) urge, come nel resto del Paese ed in particolare nel Mezzogiorno d'Italia, promuovere e sostenere con ancora maggiore incisività e concretezza nel mondo del lavoro le donne, con particolare attenzione alle donne con figli».

Resta prioritario il problema di avere servizi a supporto delle mamme che lavorano per alleggerire il peso della gestione familiare.

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«È necessario - conclude Domenica Lomazzo - porre la questione dell'implementazione del lavoro femminile come azione precipua per favorire la crescita economica e sociale della Regione Campania e del Mezzogiorno e, per questo, risulta strategico continuare ad utilizzare i Fondi Europei anche al fine di sostenere la conciliazione vita/lavoro con progetti operativi e concreti e prevedere un poderoso piano per implementare l'occupazione femminile nel Mezzogiorno con un sostegno deciso allo sviluppo del lavoro autonomo e, quindi, all'imprenditorialità femminile». E quindi, bisogna promuovere - secondo la consigliera di parità - azioni di ampliamento «dell'offerta degli asili, di potenziamento della scuola per l'infanzia, di miglioramento dell'assistenza per gli anziani ed i disabili, di un sostegno diffuso al work life balance debbono essere assunte come impegni primari e ciò anche al fine di invertire la tendenza pluridecennale al calo delle nascite».

 

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