Mensa troppo cara, petizione dei genitori: «Costi da rivedere»

Pasti aumentati a 5,02 euro

La mensa scolastica
La mensa scolastica
di Rossella Fierro
Martedì 10 Ottobre 2023, 10:17
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Una petizione per chiedere all'amministrazione di rivedere i costi della mensa scolastica. Nel primo giorno di attivazione del servizio di refezione scolastica non si placa la polemica per i costi salati che le famiglie dovranno affrontare. E, nonostante il calo di iscrizioni rispetto allo scorso anno sia al momento di trecento unità, la protesta continua. Ad annunciarla è Pasquale Petruzzo, rappresentante dei genitori della scuola "Colombo-Solimena": «dal Comune non è arrivata alcuna risposta alle nostre istanze. Ci è stato riferito che i prezzi restano questi e che solo con il bilancio del prossimo anno si valuterà la possibilità di prevedere una gratuità per chi ha un terzo figlio iscritto al tempo pieno. Una presa in giro perché sappiamo benissimo che i bilanci comunali vengono approvati a primavera inoltrata, quindi ad anno scolastico quasi finito. Per questo stiamo organizzando una petizione da inviare al Comune per chiedere la revisione degli scaglionamenti Isee stabiliti per calibrare il costo di ogni singolo pasto. Il Comune prenda esempio da Benevento».

Solo tre le fasce Isee previste dal Comune per stabilire l'entità del prezzo da pagare.

Esenzione dal pagamento per chi ha presentato un Isee inferiore a 3000 euro, tariffa da 2,74 euro per chi ha un Isee fino a 6000 euro e, per tutti gli altri, il costo del pranzo a scuola sarà di 5,02 euro. Fasce di reddito assolutamente limitanti per le famiglie, tanto che su 1300 bambini iscritti alla refezione scolastica solo 130 sarebbero quelli a cui spetta il pasto gratuito e solo 110 quelli che rientrano nella seconda fascia. La maggior parte paga prezzo pieno. Petruzzo, che come altri genitori potrebbe ritrovarsi costretto ad iscrivere i suoi figli a mensa sia per ragioni organizzative familiari che per non fargli accumulare ore di assenza, vuole vederci chiaro e ieri mattina si è recato in Comune per chiedere delucidazioni sull'aumento di complessivi 1,02 euro rispetto allo scorso anno.

Passaggio che, secondo il rappresentante dei genitori, non è per nulla chiaro negli atti di affidamento del servizio: «si parla di un generico costo del servizio, aumentato già nel 2022. Negli atti c'è scritto che l'aggravio di costi è legato alla guerra in Ucraina, all'aumento del grano, dell'energia, del gas. Ma non si comprende come si arriva al costo tanto salato del singolo pasto. Si fa riferimento alla stessa delibera adottata lo scorso anno che prevedeva un aumento di 0,94 centesimi di cui metà a carico dell'utente, metà a carico dell'ente. Invece, quest'anno, pagano tutto i genitori. La ditta sembra aver offerto una qualità dei pasti particolarmente elevata, visto che l'offerta tecnica è risultata più alta. Ma non è una giustificazione sufficiente, altrimenti vorrebbe dire che in passato, quando il costo era inferiore, i nostri figli hanno mangiato cibo scadente e non credo che il Comune lo avrebbe permesso».

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Da cittadino e da genitore Petruzzo non nasconde il proprio rammarico per quanto sta accadendo: «uscite ed entrate previste in un bilancio comunale sono frutto di determinazioni politiche. Si sceglie di spendere per le feste ed altri settori, dove troviamo capitoli di spesa a più zeri, non di investire per andare incontro alle famiglie in quelli che sono servizi essenziali e di civiltà, quale è la refezione scolastica. Cosa ancora più assurda è che nell'anno scolastico 2020/21 un pasto costava 3,21 euro, l'anno successivo 3,68, e così via fino ad arrivare ai 5 euro attuali. E' chiaro che la legge consente l'aumento. Ma è una scelta di chi amministra decidere se applicarlo o meno». 

 

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