Napoli, deficit refezione scolastica: «Il Comune incassa la metà dei costi»

Il Comune spende 18 milioni a fronte di 8 milioni di entrate

Alunni a mensa
Alunni a mensa
di Dario De Martino
Mercoledì 3 Aprile 2024, 00:00 - Ultimo agg. 4 Aprile, 07:16
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Non tornano i conti sulla refezione scolastica. E a Palazzo San Giacomo emerge la necessità di rivedere il sistema combattendo l’evasione, cambiando la modalità con cui si accede alla refezione e magari riuscendo a rivedere l’intero impianto arrivando alla gara unica per l’intero territorio comunale sostituendo il sistema attuale che prevede dieci gare per le dieci diverse Municipalità.

Strumenti che potrebbero portare a ridurre le perdite del Comune di Napoli nella fornitura del servizio senza aumentare i costi, anzi magari provando pure a ridurne l’impatto sulle famiglie più disagiate. Sono gli spunti di lavoro emersi nel corso dell’ultima riunione della commissione Politiche sociali che si è concentrata sui “servizi a domanda individuale”: un mare magnum di servizi pubblici non gratuiti in cui rientrano anche, tra gli altri, la gestione di strutture monumentali (come Maschio Angioino e Castel dell’Ovo), quella degli impianti sportivi e i servizi per i mercati. 

Tra questi c’è quello che più di altri è un vero e proprio servizio pubblico: la refezione scolastica nell’area metropolitana. Partiamo dai numeri. Per il 2024 Palazzo San Giacomo ha previsto una spesa di poco più di 18 milioni (18.164.414 euro) mentre le entrate si avvicinano agli 8 milioni (7.892.003 euro).

Insomma: con il pagamento delle tariffe attuali da parte delle famiglie si copre il 43,45% dei costi. La legge prevede, per il totale dei servizi a domanda individuale, che il Comune debba rispettare un minimo del 36% nel rapporto tra spese e incassi. Percentuale rispettata, ma si può fare meglio per rendere economicamente più sostenibile il servizio. Entriamo nel cuore delle cifre. Innanzitutto sulle previsioni per il 2024 pesa un aumento di quasi un milione e mezzo (1.403.987 euro). Quattro le motivazioni a supporto della previsione di aumento della spesa formulate dalle Municipalità nei loro resoconti forniti al Municipio: incremento del numero degli iscritti refezionanti, incremento del ricorso al sistema multiporzione, previsione dell’avvio anticipato della refezione dal mese di settembre e aumento dei prezzi del pasto. Palazzo San Giacomo per il 2023 ha deciso di non modificare, per l’anno scolastico già in corso, il sistema tariffario. Ma per l’anno prossimo si valuta, a tariffe invariate, di intervenire sulla rimodulazione delle fasce Isee e di rivedere la modalità di contribuzione dell’utenza ristabilendo il sistema di contribuzione con retta mensile piuttosto che la tariffazione a pasto attualmente vigente. Al momento le tariffe vanno dai 0,75 euro a pasto per famiglie che registrano un Isee da 0 a 500 euro ai 4,70 euro per le famiglie con Isee oltre i 26mila euro. 

Uno dei principali problemi che non permette economie di scala e fa lievitare i costi è sicuramente il sistema che prevede dieci gare diverse per ognuna delle Municipalità, piuttosto che una gara unica per l’intero territorio. La Municipalità che spende di più per la refezione è la quinta (Vomero-Arenella) con 2 milioni e 360mila euro annui. Segue la Municipalità 6 (San Giovanni, Barra, Ponticelli) che è l’altro territorio che sfora i due milioni (2,1). Sul podio la terza Municipalità (Stella-San Carlo) che si attesta attorno al milione e novecentomila euro, tallonata con cifre molti simili dalla seconda (centro storico) e dalla decima (Bagnoli-Fuorigrotta). I territorio di Chiaia-Posillipo (prima Municipalità) e Soccavo-Pianura (nona Municipalità) sono quello in cui si spende di meno: poco più di un milione. Seguono la settima Municipalità (Milano, Secondigliano, S.Pietro) con 1,2 milioni, la quarta (S.Lorenzo, Vicaria, Poggioreale) con 1,4 milioni, e l’ottava (Chiaiano, Piscinola, Scampia) con 1,7. 

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È vero che le performance possono migliorare, e molto, per gli altri servizi "a domanda individuale", guardando soprattutto alla gestione di siti culturali, strutture monumenti e impianti sportivi dove il rapporto, come i lettori del Mattino sanno, è ancora più in deficit che per quanto riguarda la refezione. Ma è vero pure che, come accennato, qualcosa si può fare pure sulla mensa a scuola. A partire dalla lotta all’evasione. Un tema sul quale, attraverso “Obiettivo valore”, il Comune sta lavorando in maniera importante anche per rispettare le previsioni del “Patto per Napoli”. 

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