Mercato di Avellino, incassi flop
e parcheggi insufficienti: l'ira degli ambulanti

Mercato di Avellino, incassi flop e parcheggi insufficienti: l'ira degli ambulanti
di Flavio Coppola
Domenica 30 Maggio 2021, 12:30
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Anno 2021, fuga dal mercato di Avellino. Dopo gli entusiasmi iniziali di una riapertura attesa 18 mesi, i commercianti trasferiti dal Comune a Campo Genova stilano un primo, unanime, bilancio delle vendite nella nuova location. Campo Genova non passa l'esame degli avellinesi.

Secondo gli esercenti, il calo degli avventori dunque degli affari è quantificabile in poco più del cinquanta per cento rispetto a quanto si registrava nella vecchia sede del Piazzale degli Irpini. Con punte dell'ottanta. Colpa della pandemia? Non secondo gli ambulanti che, in coro con i cittadini, si soffermano principalmente sulle carenze della viabilità e della sosta a via Annarumma.

Ieri mattina, nella giornata più trafficata che è certamente il sabato gli umori non erano affatto positivi.

Gli alimentaristi sono quasi isolati. Tra gli stand posti nella parte più alta di Campo Genova, di avventori se ne incontrano pochi. Nunzio, venditore di prodotti caseari, spiega perché: «Questo posto non piace a molti. C'è stata in passato la spazzatura, non c'è il parcheggio per tutti e chi ha organizzato i nostri posteggi dimostra chiaramente di non avere alcuna esperienza su come si fa». Il commerciante spiega subito perché: «Non si mettono due venditori dello stesso prodotto uno accanto all'altro. È tutto lasciato al caso».

Il problema della sosta è quello che viene denunciato da tutti. L'amministrazione ha riaperto l'area dell'ex Isola ecologica. Tra un cumulo di vecchi pneumatici e un cassonetto dei rifiuti, le auto sono parcheggiate senza un ordine. «Soprattutto - fa notare un anziano - non c'è alcuna striscia gialla per delimitare i posti dei disabili». In realtà, non c'è in nessuna area di sosta del mercato. È una delle prescrizioni che l'Asl aveva chiesto un anno fa al Comune e per le quali non ha mai rilasciato il suo nulla osta igienico sanitario. «Sullo Stadio - chiosa l'alimentarista - potevano arrivate 3.000 macchine, qui neanche 100. I nostri clienti erano soprattutto anziani, dai 60 agli 80 anni. Oggi chi glielo fa fare di venire fin qui? Di questo passo, il mercato scomparirà».

Il crollo delle venite riguarda tutti i settori e tutte le aree del mercato. Ma presto potrebbe andare anche peggio. Perché il Comune, come è noto, dovrà far partire il piano di caratterizzazione di Campo Genova, sito potenzialmente contaminato. Ovvero trivellare decine di punti del piazzale per analizzare le acque e il sottosuolo. E pure il materiale edilizio ritrovato sotto il livello dell'asfalto. L'appeal dell'area, evidentemente, non ci guadagnerà.

Alfonsina vende indumenti e articoli per l'infanzia, in una zona distante da quella alimentare. E ha gli stessi problemi: «Sono scontenta, vedo la nostra vecchia sede vuota e noi costretti qua sopra. Una zona poca frequentata e troppo ventilata. Spesso dobbiamo togliere tutta l'esposizione». Ma siamo in primavera inoltrata. «Abbiamo perso almeno il 50 per cento dei clienti, soprattutto anziani. E non ci sono dubbi sulle ragioni. Stavano meglio sullo stadio, qui bisogna essere un grande autista per trovare un posto. E pure per uscire da questi parcheggi improvvisati».

La commerciante spera nel Tar, che dopo due mesi non ha ancora emesso la sua sentenza sul ricorso fatto un anno e mezzo fa contro lo spostamento a Campo Genova: «Abbiamo ragione, speriamo che il giudice lo capisca».

La crisi nera cominciata in questo caso prima del Covid con la chiusura delle vendite sullo stadio continua. Gerardo, il fioraio, parla addirittura di «mancati incassi dell'ottanta per cento». «La situazione non è buona. Le persone non trovano parcheggio e non vengono. Se si continua così, per Natale molti non ci saranno più». Un fatto tutto avellinese. «Gli altri mercati funzionano, solo questo no rincara Basta guardare a quello di Atripalda, del tutto diverso». Anche Gerardo aspetta il Tar: «È la nostra unica speranza. Altrimenti, moli commercianti se ne andranno spontaneamente».

Prova a vedere il bicchiere mezzo pieno, ma ravvisa gli stessi problemi, il rappresentante sindacale dell'Ana, Giovanni Lombardi. Dal suo stand, che vende pentole e oggetti per la casa, vuole dar fiducia al sindaco: «Gli avventori sono pochi, per i parcheggi e perché paghiamo lo scotto di vendite ferme per un anno e mezzo. Ci sono ancora molto aspetti da limare, ma ho visto il sindaco molto motivato e voglio sperare che provveda. DI certo chiosa il crollo degli avventori e degli incassi è palese». 

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