Il pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino rispetta la tradizione, in senso negativo, del sovraffollamento nel periodo natalizio. Il caos e i disagi, già soliti nel reparto di Emergenza di Contrada Amoretta, anche quest'anno si sono acuiti con le festività alle porte. Alle criticità del momento ampiamente prevedibili (tra cui il picco dell'influenza stagionale), si è aggiunta pure la risalita dei contagi da Covid-19, con l'ascesa della nuova variante (denominata Jn1). I numeri preoccupanti resi noti ieri da Il Mattino (con 47 persone prese in carico già a metà mattinata e altre 21 in attesa) non sembrano essere un episodio unico ed eccezionale, ma piuttosto il trend che si sta registrando ultimamente nella struttura diretta da Antonino Maffei. Prendiamo come esempio, carte alla mano, la situazione constatata ieri mattina. Alle 13.30, erano 32 le persone in trattamento nel pronto soccorso avellinese, mentre altre 7, già smistate al triage in base alla gravità delle proprie condizioni, stavano attendendo di essere visitate dal personale medico. Dunque erano 39, in generale, gli utenti che necessitavano di assistenza da parte dell'equipe sanitaria.
Dei dati rilevati nelle ultime ore, questi, per nulla incoraggianti, considerando che un totale di accessi così alto è stato raggiunto a nemmeno metà della giornata e aggiungendo pure, nella somma delle valutazioni, il fatto che il meccanismo del polo d'Urgenza del Moscati vada in escandescenza quando si raggiunge la quota di 50 prese in carico.
Intanto, dall'angusta saletta nella quale è permesso l'accesso agli esterni era addirittura possibile percepire il trambusto del contesto di fuoco che si stava svolgendo oltre la porta d'ingresso del reparto. Lamenti e grida di alcuni pazienti, ma anche conversazioni dai toni molto accesi arrivavano alle orecchie degli accompagnatori e dei familiari in logorante attesa. «Quando arriviamo qui - dice sconfortato uno di loro - sappiamo che dovremo trascorrerci l'intera giornata, sperando di essere fortunati e di riuscire a risolvere prima dell'inizio del turno notturno. Insomma, per molte persone entrare qui è come entrare in un girone infernale». Ed evidenzia un altro aspetto: «È difficile avere informazioni aggiornate sul nostro caro, a meno che non si abbia qualche giusta conoscenza». Un quadro, quello appena descritto, che al pronto soccorso del Moscati di Avellino è soprattutto il risultato dell'assenza di un piano di gestione del sovraffollamento e, allo stesso tempo, della carenza di personale.