Sassoli de Bianchi racconta l’Irpinia di Evangelina

Il romanzo del neurologo, presidente dell’azienda Valsoia, sarà presentato oggi, alle 10.30, al Palazzo Civico di Montoro

Lorenzo Sassoli de Bianchi
Lorenzo Sassoli de Bianchi
di Stefania Marotti
Venerdì 8 Marzo 2024, 00:00
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Il racconto di un’Irpinia tutta da riscoprire, attraverso la storia drammatica di una donna, ricca di fascino e di doti interiori. Evangelina (Sperling & Kupfer, 208 pag. 17,90 euro) è il romanzo di Lorenzo Sassoli de Bianchi, neurologo, presidente dell’azienda Valsoia, che sarà presentato oggi, alle 10.30, al Palazzo Civico di Montoro.

I saluti sono del sindaco di Montoro Girolamo Giaquinto, dell’assessore alla Cultura Raffaele Guariniello e della vicaria dell’Ipseoa di Montoro, Patrizia Botta. Gli interventi sono del giornalista e scrittore Antonio Corbisiero, dello scrittore e deputato Andrea De Simone e del giornalista Alfonso Sarno. Con la sua sensibilità, Lorenzo Sassoli de Bianchi regala al lettore un personaggio intenso, attraverso una narrazione insolita ed emozionante, tratteggiando il ritratto di una giovane donna con le qualità caratteriali della gente d’Irpinia, terra che ha conosciuto quando, da giovane medico, operò come volontario nei paesi martoriati dal terremoto del 1980.

«Il romanzo - spiega l’autore - nasce dal mio impegno di giovane medico nella provincia irpina. Improvvisamente, dinanzi ai miei occhi, vidi l’immagine di una ragazza bionda che dipingeva davanti ad un cavalletto. Le chiesi la ragione per cui non prendeva parte alle operazioni di soccorso. Mi disse che partecipava alla tragedia dipingendo, in una sorta di preghiera per i suoi concittadini. Così, pensava di rendersi utile, lasciando una testimonianza pittorica di quanto era accaduto». La giovane donna è stata quindi la musa ispiratrice del romanzo: «Sì. Quando ho pensato di scrivere un libro, mi è ritornato alla mente questo ricordo, che ha dato vita ad un personaggio un po’ sovversivo, che si contrappone al mondo digitale, interconnesso. Evangelina vive in maniera critica la relazione con la multimedialità. La sua storia, nel romanzo, la porta ad andare prima a Bologna, poi a Parigi, per vicende personali e drammatiche. Ho tratteggiato il suo carattere con la spiritualità e la resilienza tipicamente irpine». Ma cosa ha spinto Sassoli de Bianchi a lavorare nell’Irpinia devastata dal sisma: «Rimasi colpito da una tragedia dalle proporzioni enormi e, con due colleghi, decisi di dare una mano. Scoprii allora un mondo sconosciuto, ma infinito, ricco di volti, di storie, di conversazioni, di dignità. Rimasi stupito dalla capacità delle persone di essere contadini, boscaioli, musicisti, poeti, letterati. Inoltre, ravvisai un amore per la realtà, lo scrupolo di conservare, non sprecare nulla, una fervida fantasia e la passionalità».

E a distanza di più di 40 anni, l’autore ha mantenuto un legame con la nostra provincia: « Sì, attraverso l’amicizia con la scrittrice Licia Giaquinto, l’autrice de Le Janare, che vive a Bologna. Una volta, mi ha chiesto di aiutarla ad accendere i riflettori su Aterrana, questo splendido borgo antico di cui è originaria, dove organizza rassegne, incontri culturali. Aterrana è un paese davvero fantastico. Qui, si respira un’aria libera, di altri tempi. È un luogo dove si incontra un mondo intenso, che considera e assegna rilievo agli aspetti dell’esistenza, su cui si fonda la civiltà contemporanea. Penso che artigiani e contadini possano ancora essere il perno del presente».

Presidente di un’azienda florida, la Valsoia, Sassoli de Bianchi investirebbe sul nostro territorio: «Sì, perché sono innamorato di questa provincia e della sua gente. Al momento, non c’è l’occasione. Certo, ci sono delle condizioni indispensabili per un’industria, come il miglioramento dei servizi, dei trasporti, la necessità di estendere in queste aree la banda larga. Penso che, con le politiche idonee a valorizzare le sue risorse, l’Irpinia può avviarsi allo sviluppo».