Stadio, tra canoni e tasse il conto sale
a 1 milione, ma D'Agostino non ci sta

Stadio, tra canoni e tasse il conto sale a 1 milione, ma D'Agostino non ci sta
di Flavio Coppola
Sabato 19 Marzo 2022, 09:23
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Tra Comune e Us Avellino è guerra dei numeri a tutto campo. Dal settore Finanze spuntano altri 711.000 euro di accertamenti per imposte comunali inviati alla società di Angelo Antonio D'Agostino e non pagati dal 2020. Insieme agli oltre 300.000 euro di canoni per il fitto dello stadio Partenio, che il Patrimonio ha chiesto dal 2018 ad oggi, portano il conto oltre il milione.

Cifre monstre che spingono la commissione Trasparenza di Piazza del Popolo a chiedere addirittura lo sfratto dell'Us Avellino dall'impianto di calcio. Ma che D'Agostino contesta con forza, puntando l'indice contro gli uffici comunali e palesando un certo risentimento anche verso il sindaco Festa, vero convitato di pietra e spettatore non pagante della clamorosa partita amministrativa.

Quegli importi, dice l'imprenditore, «non stanno né in cielo e né in terra». I fatti e gli atti mettono Comune e Us Avellino uno contro l'altro. Ieri, in commissione Trasparenza, la dirigente al Patrimonio, Smiraglia, ha confermato che l'ente attende da tempo scaduta anche l'ultima diffida il pagamento dei canoni di locazione dell'impianto per le ultime tre stagioni. Che la convenzione per quella in corso non si può fare proprio per le morosità esistente, così come gli scorpori per i lavori eseguiti dalla società nello stadio, e che la prossima settimana convocherà l'Us Avellino prima di avviare iniziative perentorie. E c'è anche un nuovo colpo di scena. Su istanza della commissione, il dirigente alle Finanze, Gianluigi Marotta, ha spiegato che il gestore dei tributi comunali, Assoservizi, ha inoltrato all'Us Avellino accertamenti per Tari (566.000 euro), Icp e canone unico patrimoniale, che valgono in tutto 711.000 euro.

Dal 2020 al 2022.

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Atti non impugnati dalla controparte. Durissima la presa di posizione del presidente della commissione, Ettore Iacovacci. «A che titolo l'Us Avellino occupa lo stadio ogni giorno se non paga nulla e non ha una convenzione? Perché non viene sfrattata? Chiediamo il recupero dei fondi e il rispetto della legalità». Dino Preziosi, capogruppo di La Svolta rincara sul nodo dei tributi: «Il dirigente Marotta ci ha mostrato i prospetti degli accertamenti, ormai esecutivi. È una pesante aggravante, il Comune sentenzia il consigliere ci sta solo perdendo».
Per finire, ci sarebbero altri 800.000 euro di canoni non pagati dal 2007 al 2018 dalle altre società sportive precedenti. Se il sindaco Festa resta clamorosamente silente, e l'assessore al Patrimonio, Luongo, fa lo stesso, D'Agostino non si sottrae. Ma chiede chiarezza: «In Comune - insorge - un ufficio non parla con l'altro. Appena avrò l'occasione, cercherò di chiarire anche col sindaco. O si trova una soluzione avverte o ci sposteremo da Avellino». E all'opposizione replica così: «Se non vogliono che la squadra della città giochi ad Avellino lo dica e non strumentalizzi le questioni».

Nei fatti, D'Agostino si dice disposto a pagare il dovuto. E contesta tutti i numeri delle Finanze e del Patrimonio. Non prima di una premessa: «Abbiamo acquistato la società dal Tribunale, non da un altro. E quindi non ci siamo portati appresso nulla dei debiti pregressi». Per i canoni dal 2018, poi, come anticipato da Il Mattino, la società ha conti decisamente diversi: «Non solo non siamo morosi. Ma siamo anche in credito verso il Comune afferma D'Agostino perché abbiamo effettuato nell'impianto lavori che ci sono stati autorizzati per iscritto dai dirigenti. Si mettano d'accordo loro. Non ce li siamo di certo inventati». La società non conteggia, infatti, l'anno in corso, per il quale non c'è la convenzione, e rivendica lavori effettuati per 207.000 euro. «Ma c'è anche dice D'Agostino una norma Covid che ci permette di avere sgravi per i mancati introiti durante la pandemia. Ribadisco, non abbiamo debiti per i canoni».

E poi le tasse. Anche qui, il patron non ci sta: «Ci applicano una Tari su tutta la superficie dello Stadio. È mai possibile? Sono addebiti non corretti». Chiarita la sua posizione, D'Agostino si dice quindi pronto a mettere un punto sulla vicenda con il Comune: «Nessuno dica che non vogliamo pagare. Se i lavori a scomputo non si possono prevedere, noi pagheremo loro e loro pagheranno noi. Ci dicano cosa fare».
 

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