Abusi edilizi, sei rinvii a giudizio:
a processo sindaco e 4 funzionari

Abusi edilizi, sei rinvii a giudizio: a processo sindaco e 4 funzionari
Martedì 16 Novembre 2021, 08:52 - Ultimo agg. 20:37
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Il processo che vedeva coinvolti quattro funzionari del settore tecnico del Comune di San Giorgio la Molara, il sindaco e la proprietaria di alcuni terreni nel centro fortorino, nell'udienza di ieri è stato caratterizzato da sei rinvio a giudizio davanti al terzo collegio penale presieduto da Sergio Pezza. Il processo avrà inizio il 17 giugno del 2022. A essere rinviati a giudizio sono il sindaco in carica Nicola De Vizio, i dipendenti Antonio Pacifico, responsabile del settore tecnico manutentivo, Michelangelo Vella, responsabile dell'ufficio urbanistico, Tito Vella, responsabile del settore tecnico manutentivo e Luigi Castiello, responsabile del settore tecnico, ed Elena Concetta La Falce proprietaria di alcuni terreni in contrada Maistri, alla periferia del paese.

Ad avanzare la richiesta di rinvio a giudizio, nel luglio del 2019, era stato il sostituto procuratore, Francesco Sansobrino, che aveva ipotizzato a vario titolo le accuse di abuso d'ufficio, omissione in atti di ufficio, omissione di lavori in edifici o costruzioni. Nell'udienza di ieri pubblico ministero che è stata Donatella Palumbo ha richiesto per i sei indagati il rinvio a giudizio. L'indagine era stata avviata dai carabinieri forestali dopo la denuncia di due cittadini, assistiti dagli avvocati Fabrizio e Lucio Crisci. Nel mirino degli inquirenti l'ipotesi di abuso di ufficio (per Pacifico, Michelangelo e Tito Vella e La Falce) per fatti che vanno dal 2014 al 2017, relativi a un permesso in sanatoria rilasciato in favore di La Falce, e a una proroga di 24 mesi per l'ultimazione dei lavori autorizzati, così procurando un ingiusto vantaggio patrimoniale a La Falce consentendole di non rimuovere la situazione di abusivismo edilizio e di non ripristinare lo stato dei luoghi come disposto da un'ordinanza che risaliva al 2018. Falce deve anche rispondere della mancata esecuzione di lavori per evitare pericoli dopo uno sbancamento. Contestato il reato di rifiuto di atti di ufficio al sindaco Di Vizio e a Castiello, responsabile del settore tecnico del Comune, perché non intimavano a La Falce di eseguire i lavori per scongiurare ulteriori danni.

Infatti, secondo l'accusa, la donna ometteva di eseguire i lavori necessari per evitare il pericolo in qualità di proprietaria dei terreni e in virtù dei lavori di sbancamento e scavo che avevano modificato la regimentazione delle acque meteoriche e minacciavano danni con pericolo alla pubblica e privata incolumità in particolare per la strada provinciale 760 nonché per l'immobile sito di San Giorgio La Molara, in località Ponte Maestro, e di proprietà dei ricorrenti e divenuto inabitabile per questi interventi edili. Nell'udienza di ieri in difesa degli indagati hanno parlato Roberto Pulcino, Vella, Vittorio Fucci, Alessandro Fusco Moffa, Enrico Riccio. Antonio Francesca Matteo Garofalo. Poi nel tardo pomeriggio l'emissione del verdetto con i sei rinvii a giudizio.
 

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