Ambulanze senza medici, no secco dell'Ordine: «Pazienti a rischio vita»

Non si arresta la protesta contro la proposta di demedicalizzare le ambulanze

L'intervento dei medici del 118
L'intervento dei medici del 118
di Luella De Ciampis
Venerdì 28 Aprile 2023, 10:13
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Non si arresta la levata di scudi sul caso delle ambulanze demedicalizzate sulla quale, nelle ultime ore, è intervenuto anche l'Ordine provinciale dei medici che spiega con chiarezza e puntualità i motivi per cui «non è pensabile attivare una procedura del genere nel Sannio». «Non ci interessano le polemiche dice Giovanni Ianniello, presidente dell'Omceo, commentando la ipotizzata riduzione del numero di ambulanze con medico a bordo ma ci siamo già espressi al riguardo e ribadiamo che il nostro è un "no" secco alle ambulanze senza medici a bordo, è no alla demedicalizzazione del 118 che, secondo gli studi presenti in letteratura, fa drasticamente diminuire le possibilità di sopravvivenza dei pazienti critici, che attivano questo sistema di interventi dell'emergenza. Pur condividendo l'obiettivo dell'Asl di privilegiare, nella attività di emergenza territoriale, la tempestività e la capillarità degli interventi, ritengo che l'anamnesi e il rilievo di segni e sintomi clinici, orientati alla diagnosi, indispensabile alla decisione terapeutica, siano competenza del medico e abbiano un documentato valore salvavita».

In emergenza, di fronte a un problema serio di salute, si parla della "golden hour", l'ora d'oro che ha una valenza importantissima per la vita futura del paziente. Bisogna assicurargli, quindi, le cure necessarie a cambiare completamente il suo destino. Per questo, ci chiediamo chi dovrebbe garantire, in emergenza-urgenza, le competenze del medico, se questa figura non sarà più presente sull'ambulanza. Il "task shifting", o trasferimento di compiti, mirato al passaggio di competenze dai medici ad altro personale sanitario, riduce inevitabilmente la qualità delle cure e, soprattutto in emergenza, rischia di provocare danni irreparabili». Per fare un esempio pratico: nei casi di infarto miocardico acuto è necessario intervenire nel modo più tempestivo possibile perché il paziente va incontro alla necrosi miocardica (morte delle cellule del miocardio), dovuta all'ostruzione improvvisa di un'arteria coronarica.

Qualora non si dovesse intervenire nell'immediato, in modo mirato e altamente professionale, l'infartuato sarebbe destinato a morire oppure a riportare danni permanenti e fortemente invalidanti a livello cerebrale.

Per questo esiste la rete Ima (infarto miocardico acuto) in cui è inserito anche l'ospedale Rummo, che consente ai medici del 118 di intervenire, con l'equipe a bordo dell'ambulanza, individuare il problema, stabilizzare il paziente e trasferirlo subito nella struttura più vicina e meno satura dal punto di vista dell'occupazione di posti letto, provvista di una sala di emodinamica e di un'Utic (unità di terapia intensiva cardiologica), che ne consentono, appunto, l'inserimento nella rete Ima.

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«Come ente sussidiario dello Stato conclude Ianniello - cui è demandata la difesa del diritto alla tutela della salute, confermiamo al direttore generale dell'Asl e a tutte le istituzioni del territorio, la nostra disponibilità a un confronto tecnico per il raggiungimento dell'obiettivo comune di garantire ai cittadini del Sannio elevati essenziali livelli di assistenza, sia in emergenza-urgenza che in elezione, vale a dire per i casi ordinari». Il nuovo programma, indicato sia a livello nazionale che regionale, prevede il mantenimento delle dieci ambulanze già esistenti sul territorio, demedicalizzandone sei, e aggiungendo al servizio tre auto mediche, con il medico a bordo, nei comuni di Benevento, Telese Terme e San Marco dei Cavoti, che dovrebbero intervenire in caso di necessità, nell'ambito del territorio distrettuale di pertinenza. Per le ambulanze demedicalizzate è, invece, previsto l'impiego di tecnologie avanzate, che comprendono i massaggiatori cardiaci esterni, in grado di eseguire in modo meccanico le compressioni toraciche, e i monitor per il consulto simultaneo con il personale medico, cui si aggiungerebbero i soccorritori delle associazioni di volontariato e della Croce rossa, in grado di intervenire, in prima battuta e in tempi rapidi, fornendo risposte primarie e adeguate. Ai dati oggettivi bisogna aggiungere anche le competenze acquisite dal personale infermieristico di ultima generazione. In alcune realtà, come la Toscana, questo tipo di servizio ha funzionato ma bisogna sempre tener conto della tipologia di territorio in cui si agisce, delle difficoltà geografiche e di viabilità che caratterizzano soprattutto alcune aree del Sannio.
 

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