Benevento, lavori restyling all'Arco di Traiano: e spunta il primo tratto dell'Appia

Ridare smalto al monumento e capire le origini dell’antica strada: ok i carotaggi

I carotaggi all'Arco di Traiano
I carotaggi all'Arco di Traiano
di Paolo Bocchino
Martedì 30 Aprile 2024, 00:00 - Ultimo agg. 09:17
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Ridare smalto all’Arco di Traiano e intercettare il primissimo tratto della via Appia. Sono i due obiettivi dell’intervento in atto da ieri mattina presso il monumento simbolo della città. Ad operare è il ministero della Cultura, soggetto attuatore del finanziamento Pnrr da 2,5 milioni finalizzato al restauro del colosso lapideo.

Sono iniziate nella prima mattinata le attività della società Sistemi, incaricata dal sottosegretariato regionale (presente la responsabile del procedimento Lorena Jannelli) di eseguire gli accertamenti preliminari alla progettazione del restauro. Avvalendosi di un pistone idraulico motorizzato, i tecnici hanno sottoposto a vibrazioni la base di fondazione dell’Arco al fine di sondare la stabilità del monumento. Le oscillazioni prodotte dallo scuotimento sono stati tradotti in dati numerici da un apposito dispositivo addetto alla misurazione dei movimenti.

Prove superate a pieni voti dal bimillenario gigante di pietra: «Non si è spostato di un centimetro» ha assicurato a margine delle verifiche Simone Foresta, responsabile archeologico della Soprintendenza, confermando la straordinaria solidità dell’icona beneventana malgrado le (quasi) duemila primavere sulle spalle.

Oggetto delle indagini anche la verifica della conformazione geologica del suolo di fondazione dell’Arco di Traiano, informazioni acquisite grazie all’esecuzione di un carotaggio del terreno prelevato nella aiuola alla base del manufatto, sul versante prospiciente via San Pasquale.

Ovvero, il punto dal quale partiva la Via Appia Traiana, l’opera voluta e realizzata dall’imperatore per abbreviare il percorso tra Benevento e la Puglia. E il carotaggio eseguito ieri mattina ha permesso ai funzionari ministeriali di indagare l’altezza alla quale nasceva il primo miglio della strada imperiale: «I rilevatori - spiega Foresta - hanno segnalato significative anomalie nella consistenza del terreno già a un metro e mezzo di profondità. È probabile che possa trattarsi della via Appia, dal momento che abbiamo ampia documentazione storica della sua presenza in sito, ma per stabilirlo con assoluta certezza occorreranno ulteriori indagini».

Rilievi proiettati alla realizzazione di un corposo intervento di restauro che donerà nuova luce alle superfici marmoree dell’Arco, gravemente offuscate dalle intemperie e dalle polveri prodotte dal traffico veicolare scelleratamente prossimo al monumento. La progettazione è stata affidata da Invitalia al team guidato dall’architetto abruzzese Antonio Zavarella, e composto dalla geologa Catia Di Nisio e dagli architetti Michele Iorio, Rosa Cristiano, Maddalena Verrillo, Francesco Nocera, Francesco Ricciardi. Un lifting che segue a distanza di vent’anni l’ultimo precedente terminato agli inizi degli anni Duemila.

L’opera rientra tra i 6 interventi del Piano nazionale per gli investimenti complementari del Pnrr “Regina Viarum”, legati alla candidatura Unesco della Via Appia che vede Benevento tra le protagoniste assolute del dossier che giungerà in decisione in estate. Rientrano nel piano in città anche il Ponte Leproso e l’Arco del Sacramento. È prevista la pulitura generale delle superfici dell’Arco, nonché il consolidamento e il restauro delle parti che si presentano deteriorate, con l’applicazione di uno strato protettivo sulle superfici marmoree a difesa dagli agenti esterni deterioranti. L’intervento mira a rendere più efficace la tutela del monumento, andando a incidere positivamente sull’integrità materiale e sulla protezione del manufatto. Gli interventi di pulitura e consolidamento permetteranno, inoltre, di restituire una migliore leggibilità dello straordinario apparato decorativo che ricopre il monumento, consentendone una migliore fruizione.

Il restauro avrà cura di preservare la continuità storica del bene, mantenendo visivamente quella che viene definita la «patina del tempo», ovvero l’aspetto cromatico formatosi nei secoli. Saranno colmati, laddove presenti, i vuoti materici, per garantire la fruibilità del patrimonio informativo storico scritto sul marmo, ma sempre garantendo la uniformità degli elementi per evitare che si determini un falso storico. Sarà condotta inoltre la mappatura analitica dello stato di degrado. L'intero intervento dovrà essere concluso entro il 31 dicembre 2026.

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