Angelo Graziano a processo, scontro sulle perizie: arriva Taormina in Procura

Graziano è agli arresti domiciliari con le accuse di omicidio preterintenzionale

L'avvocato Carlo Taormina in Procura
L'avvocato Carlo Taormina in Procura
di Enrico Marra
Domenica 1 Gennaio 2023, 11:11 - Ultimo agg. 2 Gennaio, 08:12
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In vista del processo fissato per il 19 gennaio dinanzi alla Corte di Assise con il ricorso al giudizio immediato ad Angelo Graziano, 33 anni, residente a Montefusco (centro della provincia di Avellino) ma domiciliato a San Giorgio del Sannio, ieri mattina il suo difensore, l'avvocato Carlo Taormina, ha fatto tappa al Palazzo di Giustizia di Benevento dove ha incontrato il pubblico ministero Maria Colucci. Il legale ha puntato a ottenere alcuni chiarimenti circa il capo d'imputazione del suo assistito.

Angelo Graziano, infatti, dal mese di settembre, al termine di indagini condotte sulla morte di una cinquantaquattrenne di Mirabella Eclano (centro avellinese) nel marzo del 2021, è agli arresti domiciliari con le accuse di omicidio preterintenzionale, truffa, lesioni aggravate nei confronti di più persone ed esercizio abusivo della professione medica.

Graziano, oltre all'avvocato Taormina, ha designato come consulente medico Fernando Panarese.

In questo processo, infatti, al centro del dibattimento vi saranno appunto le consulenze dei medici designati dalla Procura che hanno effettuato l'autopsia sul corpo della donna. Secondo l'accusa, la donna sarebbe deceduta per le cure non adeguate praticatele dal falso medico. Di parere diverso, invece, le conclusioni del perito di parte. Perizie che, a quanto pare, giungono a risultati contrapposti soprattutto in merito alle cause della morte della donna che l'accusa sostiene essere scaturita per un'embolia polmonare.

Durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Angelo Graziano, sull'accusa di omicidio preterintenzionale, aveva sostenuto che in realtà la cura era stata indicata da un medico tedesco, facendo riferimento anche a delle dichiarazioni rese dalla figlia della donna, e che la stessa congiunta aveva assistito a un colloquio in viva voce tra il sanitario residente in Germania e Graziano, con l'indicazione della terapia a cui dove essere sottoposta la donna, in base alla diagnosi fatta dopo alcuni esami del sangue, che aveva fatto ipotizzare una possibile patologia tumorale.

Tra l'altro, ha ricordato, come la donna, probabilmente, fosse affetta da Covid e che non era voluta andare in ospedale. E ancora che il medico che la stava curando si sarebbe rifiutato di visitarla. Poi, era sopraggiunto il decesso per un'embolia polmonare. L'accusa contesta che nello studio di San Giorgio del Sannio venissero eseguiti trattamenti sanitari anche su altri pazienti.

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Gli inquirenti contestano al 33enne anche di aver eseguito trattamenti massoterapici, percependo 75 euro per ogni trattamento, oltre a far fare costose analisi del sangue dopo aver allertato dei pazienti su rischi di infarto o ictus. A ogni paziente venivano anche somministrate flebo di un prodotto tedesco non meglio specificato, somministrazione utile per evitare l'aggravarsi di una forma di glaucoma agli occhi, con un compenso di circa 800 euro. I clienti di Graziano risiedevano in centri dell'Irpinia, tra cui Mirabella Eclano, oltre a San Giorgio, Fragneto Monforte e San Martino Sannita. Il sostituto procuratore Maria Colucci ha coordinato le indagini svolte dai carabinieri di Mirabella Eclano e dalla stazione di San Giorgio del Sannio. 

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