Aveva offeso il sindaco Clemente Mastella su facebook augurandogli di "fare la fine di Aldo Moro". Per questa ragione il tribunale di Benevento lo ha condannato a pagare una pena pecuniaria di 600 euro e le spese processuali. In sua difesa è giunto una nota stampa dalla delegata di Forza Italia alle Politiche sociali, Sabrina Morante, che ha chiesto al primo cittadino di rinunciare al risarcimento considerato lo stato di invalidità fisica e di indigenza finanziaria del signore. Ma Mastella: "se mi avesse chiesto scusa avrei rimesso la querela, donerò i 600 euro in beneficenza".
"Nella qualità di neodelegata del direttivo cittadino di Forza ltalia alle Politiche Sociali e alla tutela delle donne contro ogni violenza, mi sento in dovere di spezzare una lancia in favore del signor A.C., invalido civile al 1OO% con indennità di accompagnamento, condannato in giudizio ad una pena pecuniaria di circa 600 euro a seguito di querela promossa in giudizio dal Sindaco Mastella per alcune frasi ritenute lesive della Sua persona pubblicate sui social network".
Non si è fatta attendere la risposta del primo cittadino: "Leggo di un appello a me rivolto da parte del partito Forza Italia per dimostrare 'pietas' nei confronti di chi vivrebbe nell’indigenza, rinunciando ad incassare legittimamente un risarcimento danni a seguito di una sentenza di condanna passata in giudicato, emessa dal tribunale di Benevento, con cui un cittadino è stato condannato per diffamazione aggravata nei miei confronti avvenuta tramite Facebook. Trovo davvero singolare che qualcuno abbia la sfacciataggine di etichettare solo come di 'dubbio gusto' l’auspicio che io possa 'fare la fine di Aldo Moro', dopo avermi appellato come 'cafone contadino' e 'mangiapane a tradimento sulle spalle dei cittadini'. Non è una 'frase di dubbio gusto', è una condotta criminale che riporta anche ad una vicenda storica drammatica per il nostro paese, richiamando le brigate rosse, oltre ad auspicare la morte di un sindaco".
"Non bisogna banalizzare - aggiunge Mastella - la condotta di questi leoni da tastiera che alimentano l’odio e causano tanto male alle persone. Inoltre, questo cittadino non ha minimamente chiesto scusa al sottoscritto o dimostrato il proprio pentimento, né prima né durante né dopo il processo. Come ho fatto tante altre volte, a fronte di scuse sincere, non avrei avuto difficoltà a rimettere la querela e a rinunciare ad ogni forma di risarcimento. Ciò non è avvenuto! Ad oggi non mi è pervenuto nulla da questo cittadino, neanche per il tramite dei difensori". "Vorrà dire - conclude il sindaco - che quando incasserò i 600 euro li devolverò in beneficenza a chi è animato da sentimenti positivi e non incivili".