«I soldi dell'usura nei locali»
arresto e sequestri a Benevento

«I soldi dell'usura nei locali» arresto e sequestri a Benevento
Martedì 2 Febbraio 2021, 08:50 - Ultimo agg. 13:19
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Nel corso degli ultimi anni aveva creato un'imponente azienda che operava nel settore dei bar e della ristorazione. Ieri mattina sono scattati i sequestri dei beni e per Salvatore Polizia, 57 anni, beneventano, già noto alle forze dell'ordine, è scattato un ordine di custodia cautelare per autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni. Un provvedimento giunto al termine di indagini condotte dalla Guardia di Finanza e dalla Squadra Mobile della questura, coordinate dal procuratore Aldo Policastro, dall'aggiunto Giovanni Conzo e dal sostituto procuratore Maria Gabriella De Lauro. Le indagini hanno riguardato in particolare sette attività, quasi tutte ubicate nel centro del capoluogo (un paio nei pressi del duomo). Il valore dei beni sequestrati si aggira sui 500mila euro. I proventi per dar vita a questa attività commerciale, secondo l'accusa, provenivano da un serie di reati commessi in passato da Polizia. Reati che vanno dall'usura alle estorsioni al traffico di stupefacenti.

Per sfuggire alle indagini e quindi al sequestro dei beni Salvatore Polizia, secondo l'accusa, aveva intestato queste attività a cinque persone: alla moglie, al figlio, a un nipote e a due persone con i quali aveva rapporti di amicizia. I cinque al momento sono indagati per concorso con Polizia per aver fittiziamente attribuito la titolarità dei beni al fine di eludere la legge. Le indagini hanno preso il via dal fatto che nessuno dei gestori di chi gestiva queste attività aveva dei proventi tali da poter giustificare la titolarità di questi locali. Da qui la convinzione degli inquirenti che il denaro che Polizia aveva conseguito con le sua attività delinquenziali veniva investito nelle attività commerciali. In proposito il Gip Gelsomina Palmieri nella sua ordinanza afferma che «gli accertamenti patrimoniali hanno evidenziato che tutti i soggetti utilizzati come prestanome da Polizia non hanno capacità reddituali tali da poter gestire una pluralità di attività commerciali. Salvatore Polizia ne ha la titolarietà sostanziale e le ha anche finanziate con capitali di provenienza illecita». Il gip fa riferimento ai precedenti penali dell'indagato. Gli inquirenti poi con un serie di intercettazioni sono riusciti a ricostruire che di fatto nonostante la diversa titolarità dei vari locali la conduzione reale era di Polizia. Le intercettazioni hanno promesso di stabilire che queste attività erano di fatto riconducibili a Salvatore Polizia.

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Infatti dalle conversazioni telefoniche si è appurato che tutti i rifornimenti ai locali avvenivano su disposizione del 57enne che prendeva accordi sia sul luogo di scarico che sulle modalità di pagamento.

Lo stessa cosa avveniva sulla gestione del personale e per la pubblicità. Era lui ad avere anche rapporti con i commercialisti ed era lui a occuparsi anche delle pratiche propedeutiche all'apertura e all'arredamento dei locali. Nel corso delle indagini si sono aggiunte anche le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, che nel 2013 è stato nel carcere di Benevento per sette mesi: «Fu proprio Salvatore Polizia a riferirmi che riciclava in attività commerciali tra le quali il bar che ho anche riconosciuto nel corso di un sopralluogo che ho fatto con gli agenti della Squadra Mobile». L'affidabilità del collaboratore di giustizia, sostiene il gip Palmieri «è stata riscontrata anche in un altro procedimento penale che vede imputato Nicola Fallarino per l'omicidio di Cosimo Nizza». Polizia, difeso da Vincenzo Sguera, nelle prossime ore sarà interrogato dal gip. La Procura ha anche deciso che la gestione di questi bar e ristoranti possa proseguire affidandola a un amministratore giudiziario, individuato nel commercialista napoletano Marotta. 

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