Benevento, usura e riciclaggio:
in sette rinviati a giudizio

Benevento, usura e riciclaggio: in sette rinviati a giudizio
di Enrico Marra
Martedì 15 Dicembre 2020, 08:49 - Ultimo agg. 12:43
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Sette rinvii a giudizio per usura, violazione della legge bancaria, riciclaggio e favoreggiamento. Il provvedimento del Gup Gelsomina Palmieri riguarda Antonio Nizza, 50 anni, Pasquale Saccone, 52 anni, Dionisio Francesca, 63 anni, Tancredi Tirelli, 59 anni, Rita Rapuano, 58 anni, Ivano Nizza, 46 anni, Laura Giordano, 50 anni, tutti di Benevento. Per gli imputati vi sono posizioni differenziate di fronte a episodi che vanno dal 2006 al 2008. L'addebito di usura è stato prospettato a carico di Antonio Nizza, Saccone e Francesca. L'accusa, nell'ambito delle richieste estorsive ai titolari di un bar, contesta a Saccone di utilizzare, tra l'altro, un conto corrente di Tirelli per evitare di poter risalire agli interessi usurai. A sua volta Tirelli, Ivano Nizza e Rapuano sono indicati come intermediari e accusati di riciclaggio. A Giordano, invece, viene contestato il favoreggiamento. Ad Antonio Nizza l'accusa contesta di aver richiesto interessi usurai ai tre gestori di un bar ubicato nel centro cittadino, a un pensionato di 83 anni e a un imprenditore di 77 anni. Tirelli, Ivano Nizza e Rapuano sono indicati come intermediari e accusati di riciclaggio, in particolare Nizza e Rapuano avrebbero negoziato titoli per poter riciclare denaro derivante, secondo l'accusa, dalle richieste con interessi usurai portate avanti da Antonio Nizza. Per Giordano, infine, il favoreggiamento nei confronti di Antonio Nizza perché ometteva di denunciare un fatto costituente reato di cui era ampiamente a conoscenza mentendo agli inquirenti circa le motivazioni alla base dell'emissione di titoli a favore di Nizza per la restituzione di un prestito usuraio. La donna secondo l'accusa adduceva motivazioni di carattere economico palesemente inesistenti alla base dei titoli. Infatti sosteneva che gli assegni erano dovuti a rapporti commerciali ed economici scaturiti dall'epoca in cui gestiva con altri un bar. Dichiarazioni che risalgono al luglio del 2012 e che avrebbero ostacolato l'attività investigativa portata avanti dalla Guardia di Finanza. 

Le indagini, coordinate dalla Procura, presero il via da una denuncia anonima e furono affidate alla Guardia di Finanza.

Secondo l'accusa al centro della vicenda c'era Antonio Nizza che elargiva danaro in contanti e con assegni a soggetti che versavano in stato di bisogno. Tra i primi a essere oggetto di usura furono i titolari di un bar, sia il gestore che la sua compagna. Analogo trattamento usuraio fu riservato a un fratello del gestore dell'attività commerciale. Poi fu la volta di un pensionato e anche di un imprenditore. Gli interessi annui in alcuni casi oscillavano dal 105 al 200 per cento. Le conclusioni di questa indagine venivano tratte dal sostituto procuratore, all'epoca in servizio a Benevento, Miriam La Palorcia che nel gennaio del 2018 chiese il rinvio a giudizio per otto persone. Successivamente uno degli indagati ha visto la sua posizione archiviata e così le richieste si sono concentrate su sette indagati.

Nell'udienza preliminare di ieri davanti al Gup Gelsomina Palmieri il pm Giulio Barbato ha insistito per il rinvio a giudizio dei 7 indagati. I difensori hanno richiesto la dichiarazione di non luogo a procedere per i loro assistiti: tratta degli avvocati Vincenzo Regardi, Angelo Leone, Grazia Luongo, Antonio Leone, Claudio Fusco, Stefano Travaglione e Federico Paolucci. Il processo è stato fissato per 16 luglio del prossimo anno

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