Benevento e i pini da abbattere:
nuovo scontro comitato-assessore

Benevento e i pini da abbattere: nuovo scontro comitato-assessore
di Paolo Bocchino
Lunedì 25 Gennaio 2021, 08:45 - Ultimo agg. 09:43
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I pini di viale degli Atlantici restano nella bufera. Non quella meteorologica alla quale hanno retto ancora una volta, ma quella riaccesasi in città dopo la presentazione delle verifiche condotte per il Comune dall'agronomo Cardiello. Tagli consistenti: 24 subito, altri 34 a stretto giro. Troppi secondo l'agronomo Rocco Sgherzi che a giugno condusse un esame visivo con referto molto meno pesante. Guerra di numeri ripresa dal comitato «Giù le mani» per conto del quale Sgherzi effettuò il sopralluogo: «Il nostro consulente - rilevano il presidente Francesco Di Donato e il vice Luca Coletta - ha rispedito al mittente i rilievi inconsistenti del dirigente Iadicicco, evidenziando l'assenza di adeguata manutenzione e stimando una quota massima di alberi da abbattere pari al 10% del totale. Come si possa passare al 50% è un mistero, fino a quando la relazione non sarà disponibile. Quanto alle analisi strumentali, il dirigente, che per toni e contenuti è parso più un politico che un funzionario pagato dai beneventani, gioca il suo asso truccato sottolineando che prenderanno in considerazione solo smentite provenienti da analisi dello stesso tipo, ben sapendo esami del genere vanno autorizzati del Comune».

Grossi dubbi anche in ordine alla classificazione di propensione al cedimento operata da Cardiello che, secondo Sgherzi, non troverebbe riscontro nei manuali della Società italiana di arboricoltura della quale il tecnico salernitano è vicepresidente: «Le direttive della Sia - rimarcano i leader di Giù le mani - stabiliscono che in classe D si collocano gli alberi che richiedono l'abbattimento, in C/D quelli che necessitano di un intervento arboricolturale correttivo.

In esclusiva per noi, invece, viene creata la categoria, la C/D con asterisco, nella quale finiscono 34 pini per i quali non si ravvisano ragionevoli prospettive di recupero estetico e funzionale. E dunque se ne consiglia l'abbattimento. Ma se sono irrecuperabili, perché non inserirli nella categoria D? Forse perché non manifestano difetti tali da poterli inserire in questa categoria senza essere smentiti, ma il committente vuole per forza farli fuori? La verità è che siamo davanti a una chiara volontà politica: trasformare il viale da parco a cimitero naturale».

Accuse respinte dall'assessore all'Ambiente Gerardo Giorgione che domani presiederà un vertice in Comune sull'avvio degli abbattimenti: «È assurdo paventare volontà politiche davanti a una dettagliatissima indagine stilata dal numero due nazionale della Sia. Il solo pensare che un professionista del genere si presti a fantomatiche direttive si commenta da solo. Quanto a Sgherzi, perché né lui, né il comitato non si sono mai fatti avanti con il sottoscritto per chiedere la partecipazione che invocano sui giornali?».
 

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