Castelvenere: testa di maiale con proiettile dentro, si indaga sul racket

La testa appesa a una balaustra

La testa di maiale
La testa di maiale
di Gianluca Brignola
Lunedì 10 Luglio 2023, 10:02
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Una testa di maiale è stata ritrovata appesa alla balaustra di metallo all'esterno dell'Agricamp «Masserie Parlapiano». La struttura si trova in località Pugliano, una zona periferica afferente al territorio comunale di Castelvenere ma non lontana geograficamente dal centro abitato di Telese Terme. I fatti risalgono allo scorso giovedì ma sono stati resi noti solo nella mattinata di ieri attraverso una nota diffusa dai diretti protagonisti, loro malgrado, di questa assurda vicenda colorata dai toni accesi del giallo. Ad effettuare il macabro ritrovamento, quando erano da poco passate le 9 di giovedì, il marito della titolare, un ex dipendente comunale in pensione, che per primo ha lanciato l'allarme che da determinato l'arrivo sul posto degli agenti del commissariato di polizia della cittadina termale guidati dal dirigente Elio Beneduce. Consequenziale è stato anche l'intervento del personale medico veterinario dell'Asl al fine di verificare l'eventuale presenza sull'orecchio dell'animale di un tatuaggio o di un altro qualsiasi altro segno di marchiatura previsto dalle norme vigenti utile ad identificarne la provenienza mediante i dati dell'allevatore o dell'allevamento.

Verifiche che hanno dato esito negativo per quel che concerne la marchiatura mentre un esame attento ha consentito di ritrovare, all'interno della testa, un proiettile. I poliziotti hanno provveduto ad effettuare tutti i rilievi del caso al fine di recuperare ogni elemento utile a chiarire i contorni assai opachi di questa vicenda e, soprattutto, a stabilire oppure scartare la possibile natura intimidatoria del gesto. Nessuna pista viene esclusa al momento. Indagini che non potranno prescindere dal racconto e dalla testimonianza dei presenti o delle persone informate dei fatti così come anche dall'eventuale utilizzo di immagini provenienti dai circuiti di videosorveglianza sia pubblica che privata installati nella zona. Risulterà inevitabile, inoltre, stabilire anche eventuali minacce o intimidazioni ricevute di recente dalla famiglia proprietaria della struttura che è assistita dall'avvocato Massimo Scetta. Investigazioni che viaggeranno in tutte le direzioni senza lasciare nulla di intentato. L'agricampeggio si compone di 7 nuclei abitativi del tipo bungalow compresa un'area comune destinata alla ristorazione.

In passato l'edificio fu adibito a centro di accoglienza per cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale.

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Elementi ulteriori della vicenda che sono poi stati esemplificati anche dalla difesa attraverso una nota diffusa a mezzo stampa. «L'agricamp in questione - così come si legge sulla nota diramata dal legale - per alcuni anni, tra il 2015 e 2016, era stato un centro di accoglienza per immigranti, per poi cessare la sua attività qualche tempo più tardi. Da alcune settimane la proprietaria era in trattativa per mettere a disposizione la struttura sempre come centro immigrati. Le trattative si sono arenate per la diffusione di ingiuste e diffamanti notizie riguardanti il presunto sequestro dell'area e la presenza di un ordine di demolizione da parte del Comune. Fatti che si sono rivelati poi non veritieri». La notizia non ha fatto fatica a diffondersi nel circondario allargato della Valle Telesina destando non poca preoccupazione e apprensione e facendo il paio con altri episodi accaduti anche in altri centri della provincia. 

 

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