Benevento zona rossa: «Basta chiusure»,
tra presidio a oltranza e divieti aggirati

Benevento zona rossa: «Basta chiusure», tra presidio a oltranza e divieti aggirati
Sabato 10 Aprile 2021, 08:34 - Ultimo agg. 21:27
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È una zona rossa sempre meno rossa. Fioccano le riaperture delle attività commerciali anche nei settori sottoposti ancora a chiusura totale. Store di abbigliamento e calzature, gioiellerie, rivendite di articoli per la casa: corso Garibaldi ieri mattina era un tripudio di serrande alzate. Possibile contare sulle dita di una sola mano gli esercizi fuori servizio.

Insubordinazione alle leggi? «Assolutamente no, tutto secondo le regole» replica Gianluca Alviggi. Il leader provinciale di Confesercenti solo 24 ore prima aveva guidato la delegazione ricevuta a Palazzo del Governo dal prefetto Carlo Torlontano cui aveva consegnato il dossier di protesta-proposta indirizzato al Capo dello Stato Sergio Mattarella. Ma in attesa di interventi dall'alto tutt'altro che scontati, i commercianti beneventani hanno optato per l'adozione di misure «fai da te» sul filo della legittimità. «Molti esercenti - spiega Alviggi - hanno verificato la possibilità di operare per alcuni codici Ateco attinenti i settori di elezione. Hanno presentato comunicazione alla Camera di Commercio che in tempi rapidi ha attestato la regolarità dell'operazione.

Quindi nessuna violazione. È evidente però che in queste condizioni gli incassi sono azzerati o simbolici. Siamo aperti più che altro per riprendere contatto con l'utenza e fare vetrina dopo la insostenibile e immotivata inattività cui ci hanno costretto. L'accoglimento delle proposte presentate in prefettura resta sempre una priorità».

Prefettura che da ieri è il terminale della iniziativa varata dal «popolo delle partite Iva». Un gazebo posizionato di fronte al Palazzo del Governo ricorderà ai passanti e ai rappresentanti istituzionali l'urgente necessità di misure che restituiscano operatività ai settori ancora fermi ope legis: ristorazione, somministrazione, ricevimenti e servizi connessi, ambulanti, estetica e cura della persona, strutture per lo sport, spettacoli ed eventi culturali. Centinaia di famiglie ridotte all'inattività e in perenne attesa di ristori. «Ancora non ci viene spiegata la ratio di provvedimenti che tengono fermi solo alcuni comparti» ha evidenziato Pasquale Basile, chef, tra i promotori della mobilitazione che ieri ha coinvolto circa 20 operatori nell'arco della giornata. Il gazebo resterà in strada anche nei prossimi giorni con una rappresentanza di esercenti e operatori che si darà il cambio. «Andremo avanti fino a quando non avremo risposte in merito alla differenziazione delle restrizioni» ha annunciato Mario Carfora, referente locale e regionale del Movimento Imprese Ospitalità che nei giorni scorsi aveva annunciato la riapertura forzata dei ristoranti poi rimessa in freezer.

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«Ormai hanno riaperto tutti tranne i pochissimi ai quali si vieta assurdamente di lavorare in sicurezza» la denuncia di Marcello D'Andrea, titolare di un salone da parrucchiere in via Napoli. Sulle stesse posizioni il collega Pompeo Laterza che opera al rione Ferrovia: «Le nostre attività a posto fisso sono tenute chiuse per non si sa bene quali ragioni, mentre altri raggiungono i clienti a domicilio. Possiamo accettare tale ingiustizia?». La mobilitazione coinvolge anche operatori della provincia: «Essere costretti alla chiusura in comunità piccole con bassi numeri epidemiologici è ancor più paradossale - lamenta Moreno Ianzito, barbiere a Paduli -. Dopo il primo lockdown dimostrammo di poter lavorare in sicurezza senza generare alcuna impennata di contagi. Perché oggi non ci è consentito?». Il blocco degli eventi si riverbera pesantemente sulle strutture per ricevimenti, tra le più colpite in assoluto: «È ora di mettere fine a questi provvedimenti illogici - tuona Leucio Zollo, patron di Villa Merici a San Leucio -. Non siamo gli untori di nessuno. Molti di noi hanno ampi spazi all'aperto e nelle sale interne. Si individuino limitazioni nel numero degli invitati, anche rigide, ma si dia la possibilità di lavorare dopo mesi di stop».

Ragioni che i promotori della protesta proveranno a testimoniare direttamente al governatore Vincenzo De Luca che lunedì sarà in città per un evento pubblico. Sulla questione è intervenuto ieri anche Clemente Mastella: «Sono decisioni che non dipendono da noi sindaci ma dal Governo. La senatrice Lonardo presenterà un emendamento al riguardo nella conversione in Parlamento del decreto ristori». 

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