Dopo i Daspo le accuse: cinque ultrà rischiano il processo per l'assalto al bus del Benevento

Il bus del Benevento calcio danneggiato
Il bus del Benevento calcio danneggiato
Martedì 8 Agosto 2023, 10:30
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Dopo i Daspo emessi nello scorso mese di luglio per i cinque sostenitori del Benevento calcio, indagati per aver assaltato il pullman della squadra giallorossa, ora arrivano anche le contestazioni penali. La Procura della Repubblica di Bologna a firma del sostituto procuratore della Repubblica Stefano Dabruoso ha sancito per i cinque la conclusione delle indagini. È scattata dunque la conclusione delle indagini per A. C. 38 anni; N.Z., 22 anni; G. V. 38 anni; G. S. 41 anni; e G. A. 31 anni, tutti beneventani e difesi dagli avvocati Antonio Leone e Domenico Russo. Ai cinque vengono contestati le ipotesi di reato della violenza privata aggravata, il danneggiamento e la violazione della legge sul corretto svolgimento delle manifestazioni sportive. Sono finiti indagati i quattro conducenti dei veicoli minivan, A.C., N.Z., G.V., e G.A., che avevano dato l'assalto al pullman dei giallorossi, e inoltre una quinta persona G.S., che sporgendosi da un finestrino aveva colpito con pugni sulla fiancata il bus ed aveva inveito contro i 35 passeggeri.

Gli attuali cinque indagati lo scorso 19 luglio erano stati destinatari di Daspo con obbligo di firma, emessi dal questore di Bologna, a seguito di indagini condotte dalla Digos della questura di Benevento sull'assalto al bus del Benevento calcio mentre stava rientrando dal match contro il Cittadella, il 6 maggio scorso, lungo l'autostrada A1. I Daspo di cui sono stati già destinatari, sanciscono che non potranno accedere agli stadi e alle aree limitrofe delle strutture sportive dove si tengono incontri di calcio, per periodi di varia durata. Per uno dei destinatari del Daspo il divieto di accesso agli stadi avrà la validità di otto anni; sei anni per un altro tifoso; cinque anni per altri due e quattro anni per il quinto coinvolto. Per tutti loro è stato stabilito l'obbligo di presentarsi in questura a firmare durante lo svolgimento delle partite del club giallorosso.

Come si ricorderà il bus con a bordo calciatori e staff tecnico giallorosso, fu assaltato mentre stava percorrendo l'autostrada Bologna-Roma, nel tratto denominato «Direttissima» sotto la galleria «Di Base».

I giallorossi stavano rientrando dal Veneto dopo aver disputato il match contro il Cittadella, registrando l'ennesimo risultato negativo. Il ritorno dal Veneto in pullman non era in programma ma era stato deciso all'ultimo momento per via dei notevoli ritardi che quel giorno si erano accumulati lungo le linee ferroviarie tra Roma, Milano e Firenze. I quattro minivan noleggiati dai tifosi, durante la marcia, si posizionarono in modo tale davanti ed ai lati del bus della società bloccando la careggiata. Partì così il lancio di sbarre di ferro, oggetti vari e anche fumogeni da parte degli occupanti dei minivan, una vera e propria imboscata che rese difficile la guida all'autista, impegnato tra mantenere il controllo del mezzo e non mettere in pericolo la sicurezza stradale per gli altri veicoli in transito. Tuttavia l'autista decise di non fermarsi ma di continuare la marcia accelerando, nonostante il panico diffusosi tra i viaggiatori. Dato l'allarme sul posto giunsero gli agenti della Polstrada e successivamente la pattuglia della squadra tifoseria della Digos di Benevento, che scortarono poi l'autobus fino a Roma. Giunti nella capitale, giocatori, dirigenti e staff viaggiarono a bordo di un altro pullman fino a Benevento. La Digos, diretta da Rosario Pascarella, aveva indagato a fondo, identificando una ventina di occupanti i quattro veicoli. La Procura di Bologna in questa fase ne ha indagato cinque. 

 

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