Mastella batte i Dem e rilancia:
«Difficile allearsi con chi ci fa la guerra»

Mastella batte i Dem e rilancia: «Difficile allearsi con chi ci fa la guerra»
di Paolo Bocchino
Sabato 30 Luglio 2022, 10:00 - Ultimo agg. 31 Luglio, 10:00
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«Sono l'ultimo rappresentante della gloriosa Democrazia Cristiana ancora in campo, a difesa del Sud e delle aree interne». Clemente Mastella si sente ancora protagonista della scena politica e i risultati che arrivano dalle urne ne rafforzano l'autostima. Ha portato a casa l'elezione di Nino Lombardi a presidente della Provincia di Benevento con il 72,63 per cento dei consensi. Sbaragliato il campo avversario nel quale c'era solo l'esponente del Pd, Antonio Calzone. Percentuali altissime e analoghe a quelle che l'hanno incoronato sindaco di Benevento nel 2016 e confermato nello scorso autunno. E il vecchio leader è pronto a giurare che il 25 settembre, il vessillo di Noi di Centro sventolerà anche in Parlamento. Una battaglia che pensa di vincere contro tutti: «Da Benevento arriva la prima sonora sconfitta per la nascitura alleanza Pd-Azione - avverte Mastella - Difficile allearsi con chi continua a farci la guerra. Con chi ha l'ossessione di mandarci a casa facendo matrimoni di interesse politico con tutto l'arco costituzionale. Da queste parti, però, siamo una realtà scomoda. Noi di Centro è l'erede di una tradizione democristiana forte, salda e fortemente ancorata ai bisogni dei territori. Non ci fa paura andare da soli». Mastella sulle barricate con i suoi fedelissimi che arriva a definire «vietcong pronti a combattere senza paura contro i grandi eserciti».

Per sé ritaglia il ruolo del brigante «Ghino di Tacco», già celeberrimo nom de plume craxiano, e attinge ancora alla storia per evocare gli orizzonti del suo movimento centrista: «Le Forche caudine sono la nostra stella polare.

Faremo, e non solo in Campania, la nostra resistenza presentando candidature nei collegi uninominali di Camera e Senato e nei plurinominali». Ma chiarisce: «Non mi candiderò io». 

Le fìche dell'universo mastelliano sono puntate su Sandra Lonardo, la consorte senatrice che con ogni probabilità tenterà il trasferimento alla Camera nel collegio che lega il granaio elettorale sannita ai 28 Comuni casertani dell'area pedemontana del Matese: «Aree interne storicamente e culturalmente affini, che devono combattere per vedersi riconoscere i diritti elementari» rileva Mastella. Che arringa la folla dei simpatizzanti annunciando un tema forte delle future battaglie: «È assurdo che la legge vigente lasci interi territori privi di rappresentanza. Combatteremo per un riequilibrio che garantisca un numero minimo di referenti territoriali sia in Parlamento che in Consiglio regionale». L'ex fondatore dell'Udeur mette in guardia ancora una volta i potenziali alleati, Pd e Azione in primis: «Al Centro si vince - ribadisce Mastella - Se qualcuno, in particolare il Pd, non se ne accorge, allora noi corriamo da soli. D'altronde, in una eventuale alleanza con loro, come spiegherei ai miei che gli esponenti del Pd sannita sono i miei più agguerriti avversari?». 

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Errore strategico che, a suo dire, lo schieramento di centrosinistra starebbe commettendo anche sul piano nazionale: «Sento attribuire a Giorgia Meloni i peggiori epiteti, lo stigma di epoche per fortuna morte e sepolte. Una demonizzazione infondata e controproducente: i cittadini non sono stupidi e capiscono se un pericolo e reale o agitato ad arte. Non a caso i consensi premiano Fratelli d'Italia. Piuttosto - conclude il leader centrista - mi preoccuperei di ciò che potrà avvenire all'indomani di una vittoria ampia del centrodestra: una modifica in senso presidenzialista della Costituzione, agevole se raggiungeranno il 60 per cento». 

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