Emergenza Rummo, un'altra partenza dal Pronto soccorso

Orlando lascia l'incarico e va nel Casertano

La riapertura dei reparti al Rummo
La riapertura dei reparti al Rummo
di Luella De Ciampis
Giovedì 8 Dicembre 2022, 10:30
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Ancora una defezione al Rummo in uno dei reparti che ha maggiore necessità di personale medico. Ha, infatti, rassegnato le dimissioni volontarie, Gennaro Giovanni Orlando, dirigente medico di Chirurgia d'urgenza che, nei prossimi mesi, dopo aver esaurito le ferie accumulate nell'anno e quattro mesi di servizio nell'ospedale cittadino, prenderà servizio nella struttura ospedaliera di Piedimonte Matese.

Il medico, che era in servizio presso l'azienda ospedaliera a tempo indeterminato, da settembre 2021, in quanto inserito nella graduatoria concorsuale per Chirurgia generale, ha scelto di lasciare il reparto.

La storia si ripete perché sono sempre più numerosi i medici che, a distanza di un anno dalla stabilizzazione al Rummo, decidono di trasferirsi altrove, soprattutto se destinati ai reparti dell'emergenza-urgenza dove le responsabilità e i rischi sono di gran lunga superiori rispetto ad altre unità operative. Una pratica, quella delle dimissioni che arrivano con cadenza semestrale o annuale, che non giova alla struttura, costretta a provvedere al ricambio costante di personale, né giova alla continuità assistenziale che subisce continui scossoni. I medici dell'emergenza-urgenza continuano a mancare e, per questo, in questa fase, si sta puntando soprattutto sugli specializzandi che rimangono sei mesi e poi vanno via, creando un ciclo continuo di nuovi arrivi e partenze.

L'organico di Chirurgia d'urgenza è ancora sottodimensionato da alcuni anni con quattro dirigenti medici e il primario, Maurizio Buonanno. Nella mattinata di ieri sono stati inaugurati i reparti di Neurochirurgia, con 16 posti letto e relativa sala operatoria, e il reparto di Neurologia con 17 posti letto. L'unità complessa di Neurochirurgia, che si trova al terzo piano del padiglione Santa Teresa della Croce ed è diretto da Giovanni Parbonetti, è fornito di tecnologie all'avanguardia, come il tavolo operatorio in carbonio, completamente radiotrasparente e un sistema di imaging intra-operatorio in 3D, che consente di praticare interventi sulla colonna vertebrale e sull'encefalo in neuro navigazione. Il reparto di Neurologia, diretto da Marco Sparaco, consentirà di ampliare l'offerta, attraverso l'introduzione di tecnologie neurofisiologiche innovative per lo studio di patologie complesse cerebrali e midollari, come stroke, sla e sclerosi multipla, garantendo ai pazienti un'assistenza continuativa.

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«Questi due reparti dice il direttore generale Maria Morgante sono strategici per l'ospedale perché rappresentano un tassello importante per determinarne la crescita, mettendo insieme le eccellenze che possiede e i servizi offerti. Tuttavia, senza l'impegno, la professionalità e la passione dei medici e del personale che lavora all'interno della struttura, non può esserci un'offerta che sia all'altezza delle aspettative del malato».
Alla riapertura di Neurochirurgia e Neurologia seguirà il ripristino di altre specialità che erano state oggetto di accorpamenti per reperire posti letto Covid. Nella stessa ottica, dopo due anni di pandemia, sono stati resi disponibili 10 posti letto in Pneumologia per il trattamento dei pazienti con patologie respiratorie complesse, mentre, dei 10 posti di Pneumologia subintensiva destinati al Covid, ne rimarranno attivi solo 6. Contestualmente, il 12 dicembre partiranno i lavori per la realizzazione di 6 posti letto di Medicina d'urgenza nel padiglione Moscati e di 12 posti letto di Terapia subintensiva pneumologica nel padiglione Santa Teresa della Croce.

Nell'ambito delle manifestazioni organizzate a fini benefici, l'ospedale Fatebenefratelli rende noto che 240 persone hanno partecipato alla cena di beneficenza organizzata dall'Afmal (associazione con i Fatebenefratelli per i malati lontani) al Borgo degli angeli, mirata a supportare concretamente il progetto di assistenza ai malati lontani e vicini, costretti a dover fare i conti, oltre che con i loro problemi di salute, anche con le difficoltà economiche del momento.

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