Incidente sulla Fortorina con due vittime,
condannato il figlio al volante

Incidente sulla Fortorina con due vittime, condannato il figlio al volante
di Enrico Marra
Venerdì 26 Febbraio 2021, 13:00
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Era alla guida dell'auto in cui morirono padre e madre mentre si stavano recando in un ristorante della zona per il banchetto nuziale di una figlia della coppia che si era sposata qualche ora prima del tragico impatto. Una giornata di festa trasformatasi in una tragedia, in un evento luttuoso. Il conducente dell'auto, Leonardo Mansueto, 37 anni, di Montefalcone di Val Fortore nell'udienza di ieri mattina, con il rito del patteggiamento davanti al Gup Maria di Carlo, è stato condannato a un anno e quattro mesi con il beneficio della sospensione della pena. L'uomo è stato difeso da Angelo Leone e Grazia Luongo.

Il tragico incidente risale al 19 maggio del 2018: in quello schianto fatale persero la vita i genitori del conducente Antonio Rocco Mansueto, 72 anni, e Giuseppa Ricchiuto, 66 anni, anche loro di Montefalcone.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri della stazione di Pesco Sannita, che avevano indagato sulle modalità dell'incidente, Leonardo Mansueto, alla guida di una Clio, era in viaggioo con il padre, seduto al suo fianco, e la madre, intorno alle 13,30, mentre percorreva la Fortorina in direzione di Benevento, nel territorio di Pesco Sannita, all'ingresso della galleria «Monteleone» aveva perso il controllo dell'auto e deviando a destra impattò con la parte anteriore dell'auto contro il new jersey, posto all'ingresso della galleria. A seguito dell'urto l'auto deviò verso sinistra tagliando l'intera carreggiata mentre in senso opposto, in direzione San Marco dei Cavoti, sopraggiunse un autocarro Iveco della Protezione civile di Benevento con a bordo tre persone. L'impatto fu violentissimo. Antonio Rocco Mansueto fu sbalzato fuori dell'abitacolo finendo a una distanza di alcuni metri. La donna, invece, rimase nell'abitacolo. I due coniugi morirono sul colpo. L'auto, prima di arrestare definitivamente la sua corsa, finì anche contro un altro new jersey che delimita il margine sinistro della carreggiata. Leonardo Mansueto fu ricoverato con prognosi riservata all'ospedale «Rummo», dove trascorse una lunga degenza.

Gli inquirenti accertarono una responsabilità del conducente della Clio che procedeva a una velocità compresa tra gli 80 e i 90 chilometri orari, mentre in quel tratto dell'arteria vigeva il divieto di superare i 50 chilometri orari. E per questo è stata ravvisata, dagli inquirenti, imperizia, ritenendola non adeguata a evitare pericoli per la sicurezza delle persone che erano a bordo dell'auto e a consentire eventuali manovre di arresto del veicolo in condizioni di sicurezza come del resto prescrive il Codice della strada. La Procura della Repubblica, che aveva coordinato le indagini, per questo aveva richiesto il rinvio a giudizio per Leonardo Mansueto.

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