Follia in ospedale a Benevento,
operatori aggrediti al pronto soccorso

Follia in ospedale a Benevento, operatori aggrediti al pronto soccorso
di Luella De Ciampis
Martedì 20 Luglio 2021, 08:34 - Ultimo agg. 16:10
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Notte di paura all'ospedale Fatebenefratelli, quella di domenica, a causa dell'aggressione di due infermiere e di un operatore sociosanitario. A seminare il panico tra il personale sanitario e i pazienti del pronto soccorso, i tre figli, tra i 34 e i 44 anni, di un anziano che aveva bisogno di cure, G.C., A.C. e C.C., tutti di Campoli del Monte Taburno. Intorno alle 22 di domenica, il pensionato è stato accompagnato dalla moglie e dai tre figli, arrivati in pronto soccorso con due auto diverse. L'uomo è stato subito sottoposto al tampone di controllo prima di poter accedere all'interno dell'ospedale, come previsto dalla normativa di contrasto al Covid-19. C'era da attendere l'esito del test ma i familiari dell'uomo hanno cominciato a inveire contro gli operatori sanitari per essere introdotti subito nella struttura. Passare dalle parole ai fatti è stata questione di poco. Subito dopo le minacce verbali, i tre, come ricostruito dalla polizia, si sono aperti il varco da soli, sfondando la porta scorrevole del reparto e facendo volare le suppellettili che si trovavano sul loro cammino, giusto qualche attimo prima che si consumassero gli atti di violenza sul personale.

Tra i sanitari aggrediti Pompeo Taddeo, operatore sanitario del Fatebenefratelli e coordinatore provinciale della Cgil, che è stato colpito alla testa ed è svenuto subito dopo, e due infermiere, che hanno riportato rispettivamente, traumi al torace per uno e alla spalla destra per l'altra.

L'allarme è rientrato solo dopo l'arrivo della prima volante della polizia che ha identificato e fermato due degli aggressori, mentre il terzo ha portato il padre al Pronto soccorso del «Rummo» da cui è stato dimesso un'ora dopo. Una dimissione quasi immediata, a conferma del fatto che le condizioni dell'anziano non fossero tali da richiedere un intervento urgente da parte dei sanitari.

Dopo pochi minuti, la prima volante è stata raggiunta da un'altra auto della polizia. La presenza degli agenti si è resa necessaria per ripristinare l'ordine e per rassicurare personale sanitario e pazienti terrorizzati dall'episodio ma prima il reparto tornasse a una parvenza di normalità sono servite alcune ore. Nel primo pomeriggio di ieri, Pompeo Taddeo e le due infermiere hanno sporto denuncia in questura. «Da anni dice il sindacalista denuncio episodi di violenza in Pronto soccorso senza essere ascoltato. Bisogna intervenire in maniera tempestiva prima che ci scappi il morto perché le aggressioni verbali sono all'ordine del giorno e l'episodio di ieri (domenica, ndr) poteva trasformarsi in una carneficina. Gli aggressori hanno colpito prima me, poi hanno sfondato la porta d'ingresso del reparto che era chiusa in osservanza delle norme di contrasto al Covid, quindi si sono concentrati sulle due infermiere in servizio, spintonate e strattonate. Mi rivolgo con forza al prefetto Carlo Torlontano, al questore Luigi Bonagura e al sindaco Clemente Mastella affinché si intervenga in modo concreto per arginare il fenomeno delle aggressioni nelle strutture ospedaliere. Oltre che per sporgere denuncia, sono andato in questura anche per ringraziare i poliziotti che ci sono stati vicini nelle ore successive all'accaduto e ci hanno aiutato a superare la notte».

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Gli aggressori, almeno dai racconti fatti sia dai sanitari che dalle persone presenti in Pronto soccorso, avrebbero agito d'impulso, senza una ragione valida o una condizione di gravità del padre che potesse giustificare, in qualche modo, tanta violenza. Un episodio, dunque, che ha dell'assurdo, quello della tardissima serata di domenica che ha seminato il panico tra le persone in attesa di essere visitate e che è stato anche raccontato sui social da chi ha vissuto l'esperienza in prima persona perché presente in Pronto soccorso in quei momenti. La gente, come raccontato dai testimoni, comincia a correre verso l'uscita, un bambino di circa 10 anni urla disperato, una donna rimane bloccata in ambulanza, mentre molti trovano rifugio in auto. Il Pronto soccorso rimane bloccato, nessuno può accedervi o può uscirne e i pazienti in arrivo sono stati dirottati al Rummo. Al momento, dalla dirigenza dell'ospedale non è stato possibile avere dichiarazioni.
 

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