Piazza Risorgimento, è lite:
scontro su Lumode, gara revocata

Piazza Risorgimento, è lite: scontro su Lumode, gara revocata
di Paolo Bocchino
Martedì 20 Settembre 2022, 09:18 - Ultimo agg. 12:27
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«Nelle more del riscontro della presidenza del Consiglio dei ministri, si potrebbe ipotizzare di procedere al ritiro della procedura di gara 2018, allo stato sicuramente non più attuale». Firmato Andrea Abbamonte. Mentre in Consiglio andava in scena un nuovo capitolo dell'interminabile scontro sul caso Lumode, agli atti di Palazzo Mosti c'era già, da giorni, il probabile epilogo della vicenda. Come anticipato dal Mattino, l'amministrativista napoletano incaricato dal Comune di fornire un parere, ha risposto con nota del 24 agosto chiedendo documentazione integrativa. Ovvero: il bando di gara, gli allegati e il quadro economico pubblicati nell'agosto 2018; il provvedimento di sospensione emesso il 25 settembre dello stesso anno dal dirigente pro tempore Maurizio Perlingieri; la convenzione tra Comune e presidenza del Consiglio dei ministri del 2019; la proposta variativa fornita da Lumode su impulso del Consiglio comunale nell'ottobre 2020. 

Atti che serviranno a consigliare al meglio l'ente in vista del paventato contenzioso con Lumode.

Ma sul punto chiave dell'intera querelle, l'esperto avvocato non ha dubbi: «Credo ci si debba muovere nel rispetto delle condivisibili deduzioni contenute nel parere Anac del giugno 2021». E dunque, nessun project financing possibile senza il rispetto delle quote sancite dall'articolo 180 del Codice degli appalti pubblici: 51 per cento minimo a carico del privato. La gara indetta per il ridisegno urbanistico di piazza Risorgimento - area ex collegio La Salle, con costruzione di un parcheggio multipiano interrato e di immobili residenziali, commerciali e scolastici, è incanalata dunque su un binario morto e verrà prossimamente annullata. 

«Ci sono gravissimi ritardi sul cronoprogramma del Piano periferie» ha esordito il primo firmatario Angelo Miceli (Città Aperta) illustrando la mozione per la revoca della gara in autotutela. «La stessa amministrazione - ha aggiunto - ha dichiarato di essere intenzionata a proseguire con i soli fondi pubblici. Ma allora, perché non annullare il bando?».

Un interrogativo risuonato analogo negli interventi di tutti gli oppositori. Per il leader di Civico22 Angelo Moretti «non è materia opinabile, il project financing ha regole precise che vanno rispettate». Gli ha fatto eco la collega di gruppo Giovanna Megna: «È stata sventata una sciagura urbanistica grazie alla società civile, in particolare ad Altrabenevento». La capogruppo Pd Floriana Fioretti ha chiosato: «L'amministrazione ha provato a difendere l'indifendibile, ma siamo davanti alla cronaca di una morte annunciata».

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A spezzare la teoria degli interventi dai banchi di opposizione il solo Antonio Picariello, neoadepto mastelliano: «Chiedere la revoca in autotutela è un errore, in quanto la legge assegna tale facoltà al solo dirigente». Gli ha replicato con l'usuale sarcasmo Luigi Diego Perifano: «A Picariello, nuova pianta cresciuta nel giardino della maggioranza, faccio notare che gli atti di indirizzo come la mozione sono prerogativa del Consiglio. Ma il dato politico è chiaro: la massiccia cementificazione è stata travolta dalla protesta popolare. Hanno vinto i beneventani. Tenere ancora in essere la gara espone l'ente al rischio risarcimento. Qualora ciò accadrà - ha annunciato Perifano - presenterò un esposto alla Procura della Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica».

Toni stigmatizzati dal vicesindaco Francesco De Pierro: «Ben venga il confronto nel merito, ma se si evocano i tribunali, si passa su un piano estraneo alla politica». «Il primo a travalicare il confine è stato Mastella, querelandomi» ha rilevato di rimando Moretti. È toccato all'assessore ai Lavori pubblici Mario Pasquariello tirare le fila: «Il Programma periferie non è affatto un fallimento, come dimostrano le tante opere già realizzate. Su piazza Risorgimento attendiamo il parere completo di Abbamonte. Ma ribadisco che il progetto si realizzerà, anche se rimodulato, grazie ai fondi pubblici che ci sono stati confermati». Da segnalare il corto circuito tecnico-politico che ha incredibilmente portato il sindaco, collegato da remoto come altri consiglieri, a votare con l'opposizione. Un evidente fraintendimento originato dalle difficoltà di connessione, emendato dal replay del voto tra le proteste della minoranza. Ma sul risultato (19 contrari e 10 favorevoli) non ci sono mai stati dubbi. 

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