La Procura detta le regole al Comune:
solo 16 i pini da tagliare sul viale

La Procura detta le regole al Comune: solo 16 i pini da tagliare sul viale
di Paolo Bocchino
Venerdì 6 Agosto 2021, 09:33 - Ultimo agg. 20:43
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I pini a rischio su viale degli Atlantici sono 16 e non 58. Se la magistratura ha optato per il sequestro preventivo degli alberi della zona alta, non lo si deve soltanto ai pericoli che sarebbero derivati potenzialmente dalla delibera 41 / 2020, lontana nel tempo e oggi sospesa da Palazzo Mosti. Molto più concreta e attuale la possibilità che il Comune procedesse all'abbattimento di un consistente numero di conifere del viale degli Atlantici senza che ve ne fossero fondate ragioni. È quanto emerge dalle carte dell'inchiesta condotta dalla Procura, sfociata il 19 luglio nel provvedimento cautelare disposto dal gip Gelsomina Palmieri. Indagini condotte dalla sostituta procuratrice Assunta Tillo dalla primavera del 2020 sulla scorta di dettagliate denunce presentate in momenti diversi da Ambner De Iapinis e Carmine De Gennaro del movimento Città Verde, Francesco Di Donato e Luca Coletta del comitato Giù le mani. Esposti che hanno trovato in larga misura conferma nel corso degli approfondimenti giudiziari. Un peso determinante nella svolta impressa dal tribunale lo hanno avuto le perizie condotte dall'agronomo Giuseppe Cardiello per il Comune, e dal collegio designato dalla Procura composto dal professor Claudio Massimo Colombo e dai dottori forestali Stefano Vitale e Giovanni Plescia. Il raffronto degli elaborati ha fatto emergere una prospettiva decisamente differente tra i due approcci.

Molto più conservativo quello dei periti scelti dagli inquirenti, che soltanto in parte hanno condiviso l'operato di Cardiello relativamente ai filari di viale degli Atlantici: «Dei 24 alberi ricadenti in classe D (massimo rischio cedimento, ndr) - attestano i consulenti della Procura - 16 presentano gravi condizioni di instabilità per la presenza di attacchi fungini agenti della carie del legno evidenziati con le analisi resistometriche e tomografiche.

L'albero numero 81 è stato rimosso durante la perizia del dottor Cardiello. Per i rimanenti 7, le prove strumentali non giustificano un rischio elevato di cedimento». Alberi che invece sarebbero andati incontro a morte certa seguendo l'iter municipale. Destino che molto probabilmente sarebbe toccato anche ai 34 pini inseriti da Cardiello in classe C/D con asterisco, coniata per l'occasione per abbattimenti «consigliati» ma cassata senza appello dal collegio della Procura: «Delle 34 alberature ricadenti nella classificazione C/D* - rilevano i ctu - le prove strumentali in alcuni casi non giustificano un rischio elevato di cedimento. È possibile ricorrere a procedure volte alla mitigazione del rischio attraverso tecniche appropriate di potatura, trattamenti fitosanitari biologici e installazione di sistemi di supporto. Dopo tali interventi curativi è possibile rivalutare la classe di rischio in un piano di gestione».

Solo interventi mirati possono dunque essere giustificati, ma non il dimezzamento del patrimonio arboreo e storico del pregevole viale cittadino. Considerazioni che evidentemente non sono ispirate dal pollice verde della terna designata dalla Procura ma dalla pedissequa applicazione del quadro normativo che i periti snocciolano nella loro relazione: dal decreto 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) al Piano urbanistico comunale, senza dimenticare la legge regionale 10/2013.

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Norme che il programmato abbattimento massivo dei pini, senza preventivo assenso della Soprintendenza e senza ragioni di urgenza, avrebbe travolto come birilli. Con il contributo determinante, si apprende dal brogliaccio dell'inchiesta, della direzione generale per le politiche forestali della Regione: «La motivazione dell'abbattimento dei 12 pini - affermano i consulenti della Procura - risulta condizionata dalla relazione del dottor Aniello Andreotti del 27 febbraio 2019, priva di valutazione visiva Vta e strumentale, che concludeva nel senso che tutti i pini mediterranei in viale Atlantici vadano assolutamente e con immediatezza abbattuti, visto il potenziale enorme pericolo che rappresentano per l'incolumità di cose, persone, mezzi, fabbricati, infrastrutture. Tale valutazione veniva successivamente modificata dallo stesso Andreotti in sede di commissione degli esperti».

Resipiscenza che non aveva però impedito all'allarme apocalittico di influenzare la delibera 41 / 2020 e il dialogo con la Soprintendenza. Molto più confortante il quadro tracciato dagli esperti incaricati dalla magistratura, secondo i quali 213 dei 352 pini complessivi sono in condizione «Buona», 72 in classe «Media» e 67 rubricati come «Preoccupante» ma «da abbattere solo ove previsto». 

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