Provincia, oggi il voto della svolta: Nista-Ricci all'ultimo scontro

Il seggio elettorale
Il seggio elettorale
di Gianni De Blasio
Domenica 12 Ottobre 2014, 00:10 - Ultimo agg. 09:03
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Benevento. Urne aperte nella sola giornata di oggi dalle 8 alle 20, ma non per i cittadini: in ballo c’è il governo della nuova Provincia che, poi, è quella che dovrebbe essere l’ultima, essendo tale ente predestinato alla soppressione sempre che si proceda effettivamente alla riforma costituzionale.



A disputarsi la successione a Cimitile sono due candidati che della Rocca dei Rettori sono stati già inquilini: Giorgio Nista, assessore della giunta Nardone, e Claudio Ricci, il più votato nel 2008, per cinque anni alla guida del gruppo Pd. A differenza del vecchio sistema elettorale, per il perdente non esiste premio di consolazione, non si entra neppure da consigliere, come invece accadeva al candidato presidente che il quorum lo conquistava, vedi Mino Izzo ed Erminia Mazzoni in occasione della tornata elettorale di sei anni fa. Chi non ce la fa, quindi, resta a casa, pur se ai due la legge riconosceva il diritto di potersi proporsi contestualmente pure per il parlamentino, ma sia Nista che Ricci hanno rinunciato a tale opzione.



Drasticamente ridotto il numero dei consiglieri: a fronte dei 24 posti, i seggi a disposizione per una Provincia come quella di Benevento calano a meno della metà, 10 gli scranni a disposizione dei 50 aspiranti ripartiti nelle cinque liste, tre a supporto del sindaco di Colle Sannita, due al fianco del primo cittadino di San Giorgio del Sannio. Due i simboli di partito sulla scheda, quelli di Ncd e Udc in forma congiunta, l’altro del Partito democratico, che però schiera pure una seconda formazione per poter soddisfare le richieste di candidatura.



C’è, poi, Forza Sannio che il promotore Mino Izzo propone come fosse di Forza Italia, pur se alla composizione non ha contribuito nessuno degli altri coordinatori, oltre ad alcuni sindaci forzisti schierati in prima linea a favore della lista «Per il Sannio», assieme ad altri sindaci di Fortore e del Tammaro.

Ieri pomeriggio, intanto, si è insediato presso la Rocca dei Rettori il seggio elettorale, presieduto da Gennaro Fusco. Ricordiamo che, con lo scioglimento del consiglio di Campoli, il corpo elettorale si riduce, dopo che sono stati depennati i 13 elettori di Paduli, di ulteriori 10 elettori.



Originariamente di 865, la platea cala a 842 suddivisa in cinque fasce: i 51 Comuni con popolazione sino a 3.000 abitanti rientrano nella fascia A e il valore del voto ponderato è di 64,1; 17 in fascia B (da 3.001 a 5.000) con voto del 118,3; 7 i Comuni in fascia C (da 5.001 a 10.000) e voto pari a 166,5; 2 i Comuni della fascia D (da 10.001 a 30.000) con voto del valore di 253,9; la fascia E (oltre 30.000) dove figura solo Benevento i cui elettori dispongono di un valore pari a 654, un peso che si preannuncia decisivo per l’esito della competizione.



L’immediata vigilia è stata contrassegnata dal caso Campoli, laddove l’ormai ex sindaco Mario Saverio Orlacchio ha lasciato trascorrere i 20 giorni a disposizione per poterci ripensare ma non ha avuto mai tentennamenti anche perché il giocattolo si era andato ormai in frantumi, con l’abbandono di tre consiglieri in primavera, falla turata solo in virtù del sostegno di parte della minoranza.



Ciliegina sulla torta, il disimpegno del vice sindaco, in aggiunta alla questione della candidatura di Mario Grasso alla Provincia che Orlacchio non ha digerito ritenendo inspiegabile che il partito premiasse chi voleva far decadere un sindaco dello stesso Pd. Ed ecco che ieri il prefetto Galeone ha avviato il procedimento per lo scioglimento del Consiglio e ha nominato commissario Elvira Nuzzolo.

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