Pietraroja, dopo il dinosauro Ciro scoperte pareti di rocce di 10 milioni di anni fa

Pietraroja, dopo il dinosauro Ciro scoperte pareti di rocce di 10 milioni di anni fa
Venerdì 25 Settembre 2015, 12:37 - Ultimo agg. 14:19
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Un mare di pietra, cristallizzato nel tempo con rocce datate 10 milioni di anni: a pochi passi da Pietraroja, nel Beneventano, dove fu rinvenuto il piccolo dinosauro Ciro, sono state scoperte pareti di rocce stratificate risalenti appunto a 10 milioni di anni fa. A dare annuncio del nuovo sensazionale rinvenimento è Sabatino Ciarcia, consigliere dell'Ordine dei Geologi della Campania, che spiega: «Le rocce stratificate sono deformate al punto da sembrare vere e proprie "onde di pietra", così estese ed inconsuete da farne proporre l'istituzione di un geosito».



In occasione della Settimana del Pianeta Terra (18-25 ottobre), organizzata dalla Federazione Italiana Scienze della Terra (www.settimanaterra.org) con un calendario di ben 237 eventi in 180 località, 600 ricercatori e 320 partner, sarà possibile vedere questo suggestivo ritrovamento che va ad arricchire precedenti scoperte nell'area.



Sul ponte dove passò il condottiero cartaginese Annibale, e a pochi passi dal sito del dinosauro Ciro, continuano così ad arrivare testimonianze geologiche e storiche di notevole importanza visibili dal vivo proprio durante la Settimana del Pianeta Terra. Lo sottolinea Ciarcia: «Andremo in un luogo - spiega - dove le popolazioni residenti si sono addirittura adoperate affinché ogni risorsa naturale potesse diventare fonte di sussistenza. I geologi della Campania si ritroveranno a Cerreto Sannita, nella valle del Titerno, con una geoescursione aperta a tutti che ci porterà a condividere le conoscenze sui rischi e sulle risorse di questa parte dell’Appennino sannita».



Durante una giornata di escursione, Lorenzo Benedetto e Sabatino Ciarcia dell’Ordine dei Geologi della Campania, assieme ad Ornella Amore e Filippo Russo dell’Università degli Studi del Sannio,condurranno i geoturisti attraverso i rilievi carbonatici del Matese meridionale.



«Questo territorio, oltre ad essere stato sede di numerosi eventi sismici (l’ultimo sciame è del 2013) e di vari fenomeni franosi – ha concluso Ciarcia - ha visto le popolazioni residenti adoperarsi affinché ogni risorsa naturale potesse diventare fonte di sussistenza. Questo è stato fatto attraverso l’estrazione della bauxite per la produzione di alluminio o tramite la lavorazione d’eccellenza dell’argilla, tale da farne un rilevante polo ceramistico, ma, in tempi recenti, anche attraverso la creazione di itinerari naturalistici lungo le forre e le “marmitte dei giganti” del Torrente Titerno».



Il Ponte di Annibale , tra i protagonisti della geoescursione, risale all’epoca romana e sarebbe stato attraversato da Annibale durante la discesa della penisola durante la seconda guerra punica.



Ma tutta l’Italia sarà protagonista di grandi eventi: ben 237 di cui 70 al Nord, molti sulle Isole, tanti al Centro e Sud del Paese. Più di 600 i ricercatori impegnati per fare in modo che le geo–scienze possano entrare nelle case degli italiani. In programma, almeno 150 escursioni, più di 80 appuntamenti tra conferenze ed attività all’aperto. In quei giorni l’Italia sarà scenario di una kermesse senza precedenti. La Settimana del Pianeta Terra è stata creata da due ricercatori italiani, Rodolfo Coccioni dell’Università di Urbino e Silvio Seno dell’Università di Pavia. Ma in campo ci saranno molte altre università, musei e centri di ricerca di tutta Italia per un grande evento riconosciuto dal MIUR.



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