Rummo, sprint lavori 3 milioni per il nuovo pronto soccorso Covid

Sarà realizzato nel prossimo triennio e servirà ad accogliere i pazienti infettivi

Rummo, sprint lavori 3 milioni per il nuovo pronto soccorso Covid
Rummo, sprint lavori 3 milioni per il nuovo pronto soccorso Covid
di Luella De Ciampis
Lunedì 22 Gennaio 2024, 09:04 - Ultimo agg. 12:39
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Il Rummo accelera sulle opere pubbliche da effettuare nel prossimo triennio e predispone l'ordine di attivazione delle procedure necessarie alla realizzazione del Pronto soccorso Covid, affidandola alla società Rti Omnia servitia srl e alla Cear società cooperativa consortile. È in dirittura di arrivo l'iter per l'implementazione di un Pronto soccorso Covid per un importo complessivo di 3,3 milioni di euro, suddivisi tra poco più di 1,6 milioni più Iva da destinare ai lavori strutturali e 1,2 più Iva da spendere per le attrezzature elettromedicali.

Nella fase precedente la direzione strategica aveva affidato la direzione dei lavori del progetto, finanziato con i fondi del decreto Arcuri, alla "Scea", studio di architetti associati con sede nel comune di Santa Maria Capua Vetere. La nuova area, che sarà sviluppata nel padiglione Moscati, nella zona adiacente all'attuale unità di Pronto soccorso, nei locali che ospitavano la centrale del 118 prima che fosse trasferita nella palazzina dell'Asl di via Delcogliano, sarà strettamente collegata all'altra e avrà sei posti letto di subintensiva, interamente destinati ai pazienti Covid, qualora si determinasse una nuova emergenza pandemica.

In una prima fase si era pensato che il nuovo reparto dell'urgenza, conclusa la pandemia, rimanesse in uso al reparto di Malattie infettive per accogliere i pazienti con patologie particolarmente contagiose ma, nel tempo, si è deciso di destinare questo nuovo Pronto soccorso alla presa in carico dei pazienti ad alta complessità, mentre i codici che indicano una minore gravità saranno gestiti nel vecchio reparto che dispone di un'area decisamente esigua, nonostante sia stato oggetto nel tempo di interventi mirati alla razionalizzazione degli spazi.

Lo scopo è quello di garantire maggiore privacy ai casi più complessi e prestazioni sanitarie più rapide ed efficienti, attraverso la presa in carico tempestiva dei pazienti e il governo dei percorsi. L'unità dell'emergenza destinata al Covid, che sarà collegata al Pronto soccorso ordinario, avrà sei posti letto di subintensiva, che dovevano essere riservati ai pazienti che avevano contratto il virus ma che potranno essere destinati ad altro impiego. Qualora si dovessero verificare nuovi eventi pandemici, gli spazi da realizzare saranno usufruiti per consentire l'isolamento di pazienti infetti o sospetti, lasciando libere le altre aree sanitarie che potranno accogliere l'utenza ordinaria. Adesso che la pandemia è stata superata, il progetto sarà, comunque, realizzato per far fronte a eventuali situazioni emergenziali future, e la nuova struttura, oltre a essere usata per dare maggior respiro al Pronto soccorso ordinario, sarà usato anche per accogliere i pazienti con altre malattie particolarmente contagiose. Per fare un esempio pratico, qualora arrivassero in ospedale persone con malattie altamente contagiose, come la meningite ma anche con una banalissima scabbia, soggetta a un contagio estremamente elevato, potrebbero essere dirottati nel nuovo reparto dell'emergenza Covid.

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Lateralmente alla palazzina sarà realizzata una galleria per potenziare la disponibilità dei posti Obi (osservazione breve intensiva). In questo modo, il Pronto soccorso potrà usufruire di altri spazi che ne miglioreranno la fruibilità. Infatti, il potenziamento dei posti letto Obi consentirà di garantire maggiore privacy ai pazienti che hanno necessità di essere monitorati per un periodo di 24/48 ore. La nuova struttura avrà a disposizione una nuova camera calda, cioè un'area riservata in cui il transito è consentito esclusivamente ai mezzi di soccorso in arrivo. Non è cosa da poco perché in caso di emergenza pandemica, le ambulanze con i pazienti infetti seguiranno un percorso completamente diverso da quello usato per gli accessi ordinari in Pronto soccorso. La realizzazione di nuove unità di Pronto soccorso era stata prevista dal Governo centrale nel 2020, in piena pandemia, per risolvere un problema di promiscuità non da poco tra pazienti in arrivo con patologie ordinarie e pazienti Covid. Nel corso della pandemia, l'azienda ospedaliera ha dovuto reperire 110 posti letto da destinare ai pazienti Covid e allestire all'esterno una tensostruttura destinata ad accogliere i pazienti infetti. Queste soluzioni, piovute dall'alto per far fronte all'emergenza, hanno stravolto l'assetto dell'ospedale che, per reperire i necessari posti letto destinati al numero enorme di ricoverati per Covid, ha dovuto far ricorso alla chiusura e all'accorpamento dei reparti, riaperti solo da poco con grande fatica, dal direttore generale Maria Margante. Soluzioni che, peraltro hanno reso anche impraticabile il Pronto soccorso, sia perché gli accessi erano cadenzati dall'esecuzione preventiva del tampone, che per la paura da parte dell'utenza con patologie diverse dal Covid, di contagiarsi proprio in Pronto soccorso.
 

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