Sos spopolamento, la ricetta di Pepe: «Più lavoro e sostegni alle famiglie»

Angelo Pepe
Angelo Pepe
di Michelangelo De Nigris
Lunedì 3 Luglio 2023, 09:58
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«La comunità di Apice, purtroppo, nel triennio 2020-2022 ha fatto registrare un saldo negativo pari a 119 unità (218 morti a fronte di 99 nascite)». Così il primo cittadino Angelo Pepe, che dopo aver fotografato lo stato di salute del paese svela anche la sua «ricetta» per cercare di invertire la rotta.

«Siamo di fronte a due fenomeni allarmanti. Da un lato lo spopolamento, che caratterizza il Sud e le aree interne, e dall'altro la crisi demografica, che riguarda tutta l'Italia e che proprio nel 2022 ha toccato il punto massimo, con sole 400mila nuove nascite.

Da una parte aree che si marginalizzano sempre di più, dall'altro una popolazione che sarà sempre più anziana. Uno scenario che ha dell'apocalittico se dovesse perdurare anche nei prossimi anni».

A suo avviso, dunque, «per invertire il trend servono politiche nazionali all'altezza, che non possono essere relegate alla buona volontà delle amministrazioni locali. Occorrono investimenti che sostengano innanzitutto la rifunzionalizzazione di tanti servizi che nelle aree interne sono stati progressivamente smantellati: la mobilità, le politiche sociali, la sanità di prossimità, la scuola che deve essere sempre più presidio di crescita, a cominciare dalla primissima infanzia».

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Sottolinea, inoltre, la necessità di «liberare lo straordinario potenziale delle donne, troppo spesso costrette a scegliere tra lavoro e famiglia. Bisogna sostenere realmente le famiglie, non con la retorica della famiglia tradizionale, ma con politiche che aiutano le giovani coppie nel sostengo agli affitti o all'accesso ad un mutuo, aumentare i salari e incentivare le imprese, infrastrutturare il territorio dal punto di vista materiale e immateriale».

Per il primo cittadino, infine, «nelle aree interne è tempo di uscire dalla visione bucolica dei "borghi" e comprendere che un paese esiste se è abitato, se i giovani possono andare e tornare, se gli anziani sono adeguatamente assistiti, se esistono politiche di sviluppo che valorizzano davvero le risorse paesaggistiche, enogastronomiche, turistiche. Insomma, un grande piano per il lavoro e l'occupazione. In questi anni - conclude - abbiamo assistito a tante speculazioni. Partiamo da progetti in grado di aumentare il potenziale territoriale, a cominciare dalla transizione energetica».
 

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