Via Crucis, Polito rende omaggio alla fede popolare

14 tavole sacre dipinte a olio

Via Crucis, Polito rende omaggio alla fede popolare
di Achille Mottola
Giovedì 6 Aprile 2023, 09:37
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La Via Crucis tra devozione e arte. Da madonnaro, artista e ritrattista di strada ad autore di una grande e organica opera d'arte sacra collocata in un Santuario. Il pittore sannita Tonino Polito ha impiegato un anno per la realizzazione delle quattordici stazioni della Via Crucis ora esposte alla devozione e all'ammirazione nella settecentesca chiesa madre di San Giorgio martire a San Giorgio del Sannio, da più di un anno elevata al rango di Santuario diocesano per il culto di San Gerardo Maiella.

Quattordici tavole della dimensione di 38 per 50 centimetri, dipinte a olio, «ispirate» alle tele del pittore trentino Giuseppe Vicentini (1895/1951) e i colori mutuati dai dipinti del Nicola Criscuolo (XVIII secolo) presenti nella chiesa sangiorgese.

Tutta l'opera presenta, inoltre, raffinate rifiniture in foglia oro.

Collocate lungo le navate delle chiese, spesso lontano dagli sguardi dei visitatori, attratti dalle tele di più grandi dimensioni, dalle statue o dagli stucchi che ornano gli altari, le stazioni della Via Crucis costituiscono un prodotto artistico destinato a catturare solo in rari casi l'attenzione di chi passa. È per questa ragione che nel tentativo di valorizzare alcuni degli aspetti meno noti del nostro territorio, il parroco monsignore Aurelio Capone, ha voluto rivolgere proprio ad esse un'attenzione particolare, nella speranza di riscattarle da un destino sfavorevole che ne ha subordinato la valenza estetica e storica alla funzione devozionale, e nella certezza che un diverso atteggiamento di conoscenza e di considerazione sia alla base di una più efficace tutela e salvaguardia. Così ha commissionato un'opera che senz'altro rimarrà negli annali della storia artistico-culturale della comunità oltre ad incidere in modo determinante, per la suggestioni e le emozioni che le tavole ispirano, sull'aspetto spirituale e devozionale.

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Una citazione del tutto singolare merita la tipologia iconografica marcatamente popolare a cui Tonino Polito ha voluto ispirarsi, nella condivisione più piena del progetto con la committenza. E così, dalla prima all'ultima raffigurazione, il racconto presentato nelle tele di Polito è percorso da un classicismo che stempera la veemenza dei gesti più efferati. Il valore simbolico delle diverse stazioni della Via Crucis, ornate da esili cornici dorate e sottostanti ricchi cartigli decorati con i numeri romani, è potenziato dalla presenza in ognuna di esse del richiamo cromatico delle tele presenti in chiesa sin dalla sua edificazione. Nella maggior parte dei casi i personaggi si muovono come su un palcoscenico e si presentano al fedele come se stessero recitando la loro parte con grande enfasi, spingendo quasi al grottesco le espressioni degli aguzzini nella crudezza dei gesti.

Una matrice popolare vicina all'attività di maestri e artigiani di altri tempi.
Tonino Polito, nato a Calvi nel 1959, riceve sin da bambino la passione per la pittura dallo zio Umberto che lo arma di carta e matita, per lanciarlo verso la scoperta del ritratto. «A mia nonna afferma - sarà il primo ritratto e il più bello mai realizzato». L'arte figurativa domina la sua vita, tanto da spingerlo ad iscriversi al Liceo artistico di Benevento, dove consegue il diploma nel 1979. Impara ad apprezzare la vita e le opere dei grandi artisti, per legarsi a Caravaggio e a lui ispirarsi per il realismo dei colori. Nel 1983 l'incontro con uno sconosciuto ritrattista di strada attiva in lui l'idea di trasformare una passione in lavoro. Nel 1986 la svolta professionale che lo abilita come artista di strada sul territorio nazionale.
 

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