Agrorinasce, al Jambo il taglio del nastro della mostra itinerante della lotta alla mafia

"Esposti" i 25 anni di attività del consorzio che gestisce i beni confiscati

L'inaugurazione della mostra di Agrorinasce al Jambo
L'inaugurazione della mostra di Agrorinasce al Jambo
Sabato 8 Luglio 2023, 16:22 - Ultimo agg. 20:10
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 Al secondo piano del Centro Commerciale Jambo a Trentola Ducenta, si è tenuto il convegno d’apertura della mostra sulla storia dei 25 anni di attività di Agrorinasce nella valorizzazione dei beni confiscati, in una sala gremita di rappresentanti istituzionali, forze dell’ordine e cittadini. «Il 6 ottobre del 1998 venne costituita Agrorinasce, in un momento delicato, per rafforzare la legalità in un territorio ad alta densità criminale - così Giovanni Allucci Amministratore Delegato Agrorinasce - La mostra che oggi inauguriamo serve a raccontare questo percorso iniziato 25 anni fa, ma serve soprattutto per guardare all’oggi e al futuro. Come Agrorinasce amministriamo circa 50 milioni di finanziamenti, oltre 150 beni confiscati tra cui il bene confiscato alla camorra più grande d’Italia “La Balzana ed era giusto che questo percorso fosse condiviso non solo con le istituzioni ma anche con i cittadini”».

La mostra sarà itinerante e verrà portata nei dipartimenti universitari, nelle scuole e nelle stazioni ferroviarie: «Il tema dei beni confiscati non ha solo un valore sociale, ma anche economico ed etico e ormai rappresenta un’azione fondamentale nel contrasto alle mafie. Noi dobbiamo fare in modo che nessun bene confiscato venga abbandonato, in qualsiasi stato si trovi il bene confiscato, anche se vandalizzato o abbandonato, noi abbiamo l’onore e l’onere di recuperarlo e di restituirlo alla comunità. Per far conoscere il lavoro che si sta facendo sui beni confiscati, abbiamo scelto come prima tappa il centro commerciale Jambo per l’importanza produttiva e sociale che questa azienda ha sul territorio, visitata da migliaia di cittadini ogni giorno». Luigi Moscato, amministratore giudiziario Jambo sottolinea: «Il centro commerciale Jambo garantisce più di mille posti di lavoro compreso l’indotto e ha una valenza economico sociale importante per tutto il territorio>, confiscato al gruppo di Zagaria del clan di Casal di Principe, ad oggi è un modello di eccellenza nella gestione aziendale da parte dello Stato di un’azienda confiscata alla camorra.

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Tra i saluti istituzionali Michele Apicella sindaco di Trentola Ducenta, Maria Antonietta Troncone procuratore del Tribunale di Napoli Nord, Elena Giordano presidente di Agrorinasce, Luigi Picardi presidente Tribunale Napoli Nord, Olga Diana vice presidente della Provincia di Caserta e tanti altri esponenti istituzionali. Sull’importanza del lavorare in sinergia con i vari attori istituzionali si è soffermato Giuseppe Castaldo Prefetto di Caserta «quella contro la criminalità è una lotta che si vince insieme» e Mario Morcone Assessore Regionale alla Sicurezza, Legalità e Immigrazione ricordando che la Regione Campania è socia alla pari dei Comuni soci in Agrorinasce, società in cui si prevede il futuro ingresso di altri due Comuni: Capua e Torre Annunziata. «Oggi è una giornata importante, non solo celebrativa, ma anche di rinnovo dell’impegno nell’ambito dei beni confiscati.

Il lavoro avviato da Agrorinasce per progetti così importanti andava assolutamente sostenuto e la Regione lo sta facendo. La confisca della Balzana rappresenta un simbolo fondamentale nel contrasto alla camorra e l’ho compreso già quando avevo assunto l’incarico di Direttore Generale dell’Agenzia Nazionale oltre 10 anni fa con appena 30 persone» così il già Prefetto Mario Morcone.

L’iniziativa è proseguita con il taglio del nastro e la visita della mostra nell’apposito spazio dedicato messo a disposizione dal Jambo, che rimarrà aperto fino a settembre. Infine la giornata si è conclusa con la degustazione delle specialità agroalimentari prodotte sui beni confiscati, degustazione che si è svolta al primo piano del Centro commerciale ed è stata offerta dal consorzio di cooperative sociali nell’ambito del progetto di Cultura Agrosociale con la presenza di sei realtà sociali e cooperative che operano sui beni confiscati.

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