Portata in ospedale ad Aversa per un malore, 16enne torna a casa e muore: tre indagati

Due dottoresse e un'infermiera sotto inchiesta per omicidio colposo. Attesa per i risultati dell'autopsia

L'ospedale Moscati di Aversa
L'ospedale Moscati di Aversa
di Biagio Salvati
Venerdì 31 Marzo 2023, 07:46 - Ultimo agg. 16:25
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È giallo sulla morte di una ragazza di 16 anni, A.R., di San Marcellino, avvenuta a casa lo scorso 20 marzo dopo che era stata all'ospedale «Moscati» di Aversa per farsi visitare al Pronto Soccorso. La Procura di Napoli Nord ha aperto un'indagine che ieri si è concretizzata con il conferimento dell'incarico a tre specialisti per l'esame autoptico, dopo il sequestro della salma. L'autopsia è stata eseguita ieri nell'obitorio dell'ospedale di Giugliano, ma i risultati si conosceranno tra 60 giorni, termine concesso dal pubblico ministero Cesare Sirignano.

Nel fascicolo risultano indagate per omicidio colposo, per "atto dovuto", una infermiera e due dottoresse (le ultime due non erano presenti alla visita).

La giovane che avrebbe compiuto 17 anni a dicembre, orfana di genitori, viveva con gli zii suoi tutori legali e a quanto si apprende prima di recarsi all'ospedale aveva contattato il 118 ma, come ricostruito, avrebbe rifiutato il trasporto all'ospedale più vicino. Quando si è presentata al Pronto Soccorso accompagnata dagli zii, alle 4,30 del mattino, avrebbe dichiarato di sentirsi senza forze e in uno stato di debolezza (cosiddetta «astenia»), malore che era coinciso con il ricovero della nonna in un altro ospedale.

La ragazza sarebbe stata comunque vigile e deambulante con parametri regolari: una volta pronta per sottoporsi alla visita di un medico, disposta dopo il triage, la ragazza avrebbe manifestato la volontà di andare via perché non avvertiva più quei sintomi. Circostanza riferita dagli zii anche al personale infermieristico, in quanto decisi a consultare il loro medico curante nelle successive ore. Dunque, sembrerebbe che la ragazza abbia deciso di lasciare l'ospedale appena dopo mezz'ora dal ricovero: non avvertiva né dolori, né altre sofferenze manifestate al personale sanitario del Pronto Soccorso poco prima.

Poi il ritorno a casa e un altro malore, purtroppo con il conseguente decesso. Un racconto che potrebbe però avere anche altre narrazioni. Altri elementi potrebbero emergere dall'esito dell'autopsia affidata ai tre consulenti, ai quali il pubblico ministero ha chiesto di accertare le cause del decesso: se attribuibili a eventuali patologie pregresse o alla negligenza del personale sanitario. All'autopsia il cui primo esito generale si conoscerà tra qualche giorno hanno assistito i consulenti di parte, ovvero i medici nominati dalla difesa delle persone indagate chiedendo altri esami di rito sulla salma. La sedicenne si poteva salvare? La risposta si attende dall'elaborato finale dell'autopsia che sarà consegnato entro il 20 maggio. Intanto, i familiari non sanno darsi una spiegazione: addolorati per la perdita della loro nipote aspettano di conoscere la verità sui motivi della morte.

Eseguita ieri, intanto, presso l'Istituto di Medicina Legale di Caserta, anche l'autopsia disposta nei giorni scorsi sulla salma del 31enne Aldo Cristian Mambro, spirato venerdì scorso all'ospedale di San Sebastiano e Sant'Anna di Caserta dove era arrivato nella serata del 21 marzo. Sulla sua morte il sostituto della Procura di Santa Maria Capua Vetere Nicola Camerlengo ha aperto un fascicolo di reato per l'ipotesi di omicidio colposo - al momento contro ignoti - e ha ordinato l'autopsia. Il ragazzo di Rocca d'Evandro aveva avvertito un forte mal di schiena e poi un dolore alle gambe: una volta trasportato al Pronto Soccorso, è deceduto dopo cinque giorni per cause in fase di accertamento.
 

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