“Villaggio svedese” svenduto,
il Riesame prende tempo

“Villaggio svedese” svenduto, il Riesame prende tempo
di Biagio Salvati
Sabato 12 Febbraio 2022, 08:42
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Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere in composizione di Riesame per le misure cautelari reali, si è riservato sulla richiesta di dissequestro avanzata dall'amministratore della società che gestisce l'ex «Villaggio Svedese» di Baia Domizia. L'udienza si è tenuta ieri dopo la richiesta di dissequestro avanzata dall'avvocato Giuseppe Stellato, difensore dell'imprenditore Luigi Mennillo a cui fa capo «La Sierra Resort».

Il complesso turistico fu sequestrato il 19 gennaio dalla Guardia di Finanza con un grande spiegamento di forze.

Poco meno di due anni fa, nello stesso villaggio furono sequestrate una quarantina di villette, poi tutte restituite agli acquirenti. La struttura, in questo periodo non attiva, è finita di nuovo sotto i riflettori della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Secondo l'accusa proveniente dalla coda della precedente inchiesta, Mennillo avrebbe acquistato ad una cifra di gran lunga inferiore rispetto al valore reale uno dei villaggi turistici più famosi del litorale casertano, il cosiddetto «Villaggio Svedese» di Baia Domizia e per farlo si sarebbe servito di fondi di provenienza illecita. Il reato ipotizzato nel provvedimento di sequestro è quello di riciclaggio del villaggio turistico del valore stimato dai 14 ai 20 milioni di euro, composto da 227 villette e un terreno di oltre 13mila metri quadrati. È emerso, grazie anche alla cooperazione delle autorità svedesi, che l'operatore economico avrebbe pagato 400mila euro il complesso nonostante fosse stato valutato 14 milioni di euro anche se la maggior parte degli immobili, come scrisse il Riesame sul precedente dissequestro, non erano in buonissime condizioni.

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Il «Villaggio svedese» di Baia Domizia fu costruito nel 1968 da un gruppo di Stoccolma sulla base di un complesso omologo, «Riva del Sole», ancora attivo a Castiglione della Pescaia. Sempre secondo l'accusa, Mennillo si sarebbe procurato i soldi appropriandosi di 41 appartamenti del resort, su cui non aveva alcun titolo, e rivendendoli ad un prezzo totale di 490mila euro.
 

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