Camorra, sequestro da 30 milioni
a due fratelli imprenditori

Camorra, sequestro da 30 milioni a due fratelli imprenditori
Mercoledì 23 Febbraio 2022, 08:53 - Ultimo agg. 19:55
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Sequestro da 30 milioni. Operazione congiunta della Dia, della Polizia di Stato di Caserta e del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Caserta per l'esecuzione di un decreto di sequestro beni e di sottoposizione all'amministrazione giudiziaria di aziende nei confronti di due fratelli ritenuti vicini al clan camorristico Belforte. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione per l'applicazione delle misure di prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su proposta del direttore della Dia e del questore di Caserta nei confronti di due fratelli imprenditori operanti nei settori del cemento e della ristorazione del casertano.

La contiguità dei due imprenditori al clan «Belforte» è emersa nell'ambito di una inchiesta giudiziaria svolta nel 2014 dalla Squadra Mobile di Caserta con il coordinamento dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e definita processualmente nel 2016 per uno dei due con sentenza di condanna a 8 anni di reclusione e 8.000 euro di multa del gip.

del Tribunale di Napoli. 

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Pronuncia sostanzialmente confermata nel 2017 - divenuta irrevocabile nel 2018 - dalla Corte di Appello del capoluogo campano che gli comminava una pena ad anni 5, mesi 5 e giorni 10 di reclusione e 4.600 euro di multa. In particolare è stata riscontrata, anche grazie alle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, una strutturata modalità di riscossione del «pizzo» tramite l'azienda facente capo agli stessi. Infatti il meccanismo ideato dagli imprenditori, definiti anche «le spie del pizzo», si realizzava sia mediante sovrafatturazione degli importi dovuti «gonfiando» i costi rispetto alle effettive forniture per consentire la creazione di «fondi neri» destinati al pagamento delle estorsioni, sia attraverso l'organizzazione di incontri tra gli estorti e gli appartenenti al clan. Il sistema era così collaudato che gli imprenditori che avviavano nuove attività talvolta si rivolgevano spontaneamente ai predetti affinché indicassero i referenti dell'organizzazione da contattare per «mettersi a posto».

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