Caserta, commercianti in corteo:
«Penalizzati da outlet e piano traffico»

Caserta, commercianti in corteo: «Penalizzati da outlet e piano traffico»
di Daniela Volpecina
Martedì 29 Ottobre 2019, 10:45
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Danneggiati, mortificati e poi dimenticati. Dalle istituzioni e anche dalla politica. Si sentono così i commercianti del centro storico di Caserta. Almeno quelli che ieri mattina hanno deciso di scendere in strada per manifestare il loro malcontento e chiedere la sospensione immediata della zona a traffico limitato e una rivisitazione del piano viario. Dalle 8 alle 10 del mattino oltre cinquanta esercenti «armati» di striscioni, manifesti a lutto e persino una piccola bara bianca, si sono radunati in largo Amico e hanno bloccato il traffico proveniente da via Roma e anche quello in arrivo da viale delle Libertà, provocando rallentamenti e code in tutte le strade limitrofe. In piazza una rappresentanza dei commercianti di corso Trieste ma anche di via San Carlo, via Crispo, via Vico, via San Giovanni, via don Bosco, piazza Vanvitelli e corso Giannone.

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Tra loro ci sono gioiellieri, farmacisti, ottici, fotografi, panettieri, baristi ma anche i titolari di negozi di abbigliamento e scarpe, marchi storici della città, articoli per la casa, cartolerie e persino un commerciante cinese che ha da poco aperto un negozio di cover per cellulari nel secondo tratto di corso Trieste e sta già registrando le prime difficoltà.

Il calo degli incassi, stando alla denuncia degli esercenti, oscilla tra il 60 e l'80 per cento, a seconda della strada e del tipo di attività mentre il numero delle saracinesche abbassate rappresenterebbe ormai un terzo di tutte quelle presenti nel centro storico. Stando ad una stima, non ancora confermata dalle associazioni di categoria (che ieri peraltro erano assenti), i negozi chiusi negli ultimi cinque anni sarebbero circa 220. Sembra che siano addirittura diminuiti i correntisti degli ultimi istituti di credito che ancora resistono sul tratto di corso Trieste interessato dalla ztl.

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«Hanno chiuso le strade - denuncia Marco Carbone della gioielleria Oro' - ma non hanno mai creato i servizi necessari a supportare la pedonalizzazione, anzi, pretendendo che fossimo noi commercianti a convincere le persone a camminare a piedi». «Ci hanno distrutto - lamenta Peppe Orefice della sartoria partenopea Arold & Arold - e sembra non importare a nessuno. Se non verranno assunti provvedimenti concreti, nel centro storico resteranno aperti solo bar e locali. Tutte le altre realtà scompariranno». La ztl, definita monca' e farlocca', rappresenterebbe tuttavia soltanto una delle cause. Per i negozianti il colpo di grazia sarebbe stato inferto dalla concorrenza dei centri commerciali e degli outlet «che addirittura - fa notare Fulvia Coppola del negozio di abbigliamento #Tagman' - organizzano navette per venire a prendere le persone qui e portarle lì. Nessuno è contro queste strutture, sia chiaro, vorremmo soltanto che le istituzioni si attivassero per favorire anche noi. E invece qui non ci sono servizi, né navette, né agevolazioni di alcun tipo».

E poi c'è chi propone di chiudere i centri commerciali di domenica per favorire l'affluenza nel centro storico della città, chi opta per una pedonalizzazione solo nelle ore serali o solo nei giorni festivi e chi invece chiede la sospensione immediata di tutte le isole pedonali. «Neanche prolungare l'orario di attività e rimanere aperti sette giorni su sette è servito a nulla», denunciano alcuni dei commercianti più giovani.

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«Il mio negozio ha cinquant'anni - racconta invece il decano degli esercenti Vincenzo De Lucia - rimetterlo a nuovo mi è costato 400mila euro. Un importo che non riuscirò mai a recuperare in questo clima di precarietà che ci sta letteralmente logorando, giorno dopo giorno. Perché una persona dovrebbe passeggiare lungo una strada deserta, buia, costellata di pedane rotte dove si nascondono i topi, priva di posti auto per i disabili e peraltro anche sporca?». Invita alla linea dura Ciro Guerriero, presidente dell'associazione Caserta Kest'è e portavoce dei commercianti, che annuncia una settimana di mobilitazione. «Saremo in strada tutte le mattine fa sapere fino a quando non otterremo finalmente la convocazione di un tavolo di concertazione al Comune».
 
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