Caserta, il prefetto Castaldo: «Il piano di sicurezza con la movida di qualità»

L'istituzione di due tavoli di osservazioni

Caserta, il prefetto Castaldo: «Il piano di sicurezza con la movida di qualità»
Domenica 18 Dicembre 2022, 09:57 - Ultimo agg. 19 Dicembre, 09:09
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Prefetto Giuseppe Castaldo, da un anno a Caserta, è il momento di un primo bilancio, di una riflessione.  
«Ho cercato di dare risposte condivise ed efficaci ai bisogni della comunità. La mia strada tracciata su ascolto, dialogo e confronto con tutti gli attori istituzionali, economici e sociali. Solo con la forte collaborazione tra istituzioni e tra pubblico e privato è possibile accrescere sicurezza e qualità della vita per scalare indici e posizioni nelle classifiche nazionali che ci vedono ancora relegati in coda».

Ha trovato una realtà difficile?
«Caserta ha un patrimonio di energie e di capacità, una grande tensione nell'affrontare e superare le fragilità del territorio. La provincia vanta la più estesa area industriale del Mezzogiorno. I grandi centri commerciali e produttivi coesistono con un tessuto di micro e piccole imprese, spesso frutto della locale imprenditoria giovanile. Temi di forte impatto restano la tutela e la bonifica ambientale, la inclusione sociale, la tutela e la sicurezza del lavoro, fattori essenziali, accanto al continuo e fondamentale impegno per l'affermazione forte delle legalità».

I giovani sono potenzialità che cercano opportunità altrove.
«Occorre con forza investire sui giovani, a partire dalla lotta alla dispersione scolastica, che coinvolge i ragazzi che concludono il ciclo della scuola dell'obbligo senza conseguire il diploma di istruzione superiore, senza frequentare un corso regolare di studi né corsi di formazione professionale».

Passiamo alla sicurezza, una delle piaghe di questi ultimi anni più dolorosa della criminalità organizzata.
«Rispetto a un recente passato caratterizzato da significativi tassi di reati e di conflittualità sociale, le statistiche registrano, nell'ultimo triennio, un andamento della delittuosità che segna una sostanziale battuta di arresto. Nel 2020 sono stati 25.338 i reati in ambito provinciale (dato che risente degli effetti dei lockdown), mentre nel 2021 il numero complessivo dei reati è stato di 27.076. Da gennaio a novembre 2022, si è registrato, invece, un numero pari a 25.004. Ringrazio il questore Antonino Messineo per la sapiente direzione tecnica, il comandante provinciale dei carabinieri, Manuel Scarso, e il comandante della Guardia di Finanza, Giuseppe Furciniti. Profilo di grande attualità è la sicurezza nei luoghi della movida, dal litorale domitio all'area aversana e alla città di Caserta, ma non solo».

Che strategie ci saranno per il futuro sulla movida?
«Per prevenire lo sviluppo di ogni forma di turbativa in ambito urbano sono stati disposti, con le forze dell'ordine, mirati e dinamici servizi interforze, negli orari e nei luoghi più sensibili.

La repressione di comportamenti illegali non basta da sola, ma deve raccordarsi con tutti gli altri strumenti di sicurezza urbana. È in atto la preparazione di una campagna di comunicazione, con la diffusione di informazioni che alimentino consapevolezza e rinnovata percezione dei rischi. L'iniziativa sarà avviata, con lo slogan della movida di qualità, con il concorso degli enti locali, delle scuole, dalla Camera di commercio e delle associazioni di categoria degli esercenti pubblici. Sono stati istituti negli scorsi mesi due specifici organismi per Caserta e Aversa, ispirati al modello dei Tavoli di osservazione sulla sicurezza urbana (Tdo)».

La videosorveglianza?
«È fondamentale per il controllo del territorio. Ho dato impulso alla ricognizione e monitoraggio degli apparati. I comuni sono stati stimolati e accompagnati nello sviluppo di nuove progettualità per accedere ai fondi. Sono stati finanziati 35 progetti per sette milioni e 250mila euro e altre procedure sono state già avviate. Un'altra importante iniziativa ha riguardato il litorale domizio nell'ambito del Progetto Centrali Operative Integrate della Polizia di Stato. È partita per 46 siti l'installazione di 150 videocamere».

Il fronte antimafia ha dato qualche tregua?
«È un territorio che ha subito a più riprese l'aggressione della organizzazioni camorristiche ed è ancora molto elevato il rischio di infiltrazioni nel circuito dell'economia legale. Nei primi undici mesi del 2022 sono stati adottati più di 30 provvedimenti interdittivi, che hanno messo al bando altrettante imprese colluse o riconducibili ai clan. Stiamo sviluppando nuove forme di collaborazione per rigorosi controlli antimafia nel campo di appalti legati al PNRR. Le amministrazioni locali sono state sensibilizzate ad attivare ogni forma di tutela anticipata, utilizzando a pieno gli strumenti offerti dalla consultazione della Banca dati nazionale antimafia».

Il sistema di gestione dei beni già confiscati ha avuto adeguamenti visto che siamo in una delle province con più beni sottratti ai clan?
«In provincia risultano 1.523 beni confiscati e le aziende sono 226. È stato costituito il Tavolo provinciale permanente sulle aziende sequestrate e confiscate. È stata intensificata l'attività del Nucleo di supporto per la destinazione, l'assegnazione e il monitoraggio dell'utilizzo dei cespiti. È stato assicurato lo sgombero di tutti gli immobili (otto) segnalati dell'Agenzia per i beni confiscati in quanto occupati senza titolo da familiari di boss o da terzi».

Il fenomeno dei roghi di rifiuti è calato ma ci sono stati momenti di preoccupante ripresa.
«Ci sono ancora complesse problematiche nel settore del ciclo dei rifiuti, con alternanza di ritardi nella raccolta, sversamenti abusivi e accumuli. Grazie al contributo del contingente Strade sicure/Terra dei fuochi dell'Esercito e al continuo aggiornamento del dispositivo di controllo si è riusciti a proseguire il trend positivo, dai 509 roghi del 2020 ai 292 di quest'anno. Sono state incrementate le operazioni di pattugliamento. I risultati sono eloquenti nel campo delle sanzioni amministrative: si è passati da euro 5.342.520 a euro 11.137.110, il numero di sequestri di mezzi è passato da 84 a 202».

I Comuni continuano ad avere fragilità finanziarie, organizzative e soprattutto sono litigiosi.
«Attualmente sono in gestione commissariale per scioglimento ordinario i due comuni di San Felice a Cancello e Marcianise, cui sì è proprio ora aggiunto Orta di Atella. Sciolto in questi giorni dal ministero per infiltrazioni Sparanise. Sono 16 i comuni finanziariamente dissestati, altri 14 sono in predissesto. Conduciamo un monitoraggio su possibili forme di condizionamento di tipo mafioso anche sulle situazioni di particolare conflittualità che sfociano in crisi delle amministrazioni, per dimissioni o mozioni di sfiducia, con conseguente insediamento di commissari straordinari. Su questo fronte le tecniche di controllo sono state affinate negli ultimi anni grazie a conoscenze approfondite e anche sulla base degli adeguamenti della legislazione. In questi mesi ho insistito anche su altre questioni con i sindaci e i Comuni».

Quali?
«La sicurezza delle manifestazioni ed eventi di pubblico spettacolo. Non è tema di poco conto, si ragiona sulla vita delle persone. Abbiamo reso disponibile un vademecum sul tema della safety e security degli eventi, redatto con la collaborazione della Questura e del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, per assicurare linee guida procedurali uniformi per tutto il territorio provinciale. Lo strumento, diramato agli Enti locali, alla Camera di Commercio e agli ordini degli ingegneri, degli architetti e dei geometri, mira a fornire indicazioni utili per l'organizzazione delle manifestazioni, con messa a punto delle più efficaci strategie operative a salvaguardia dell'incolumità dei partecipanti, nel rispetto delle tradizioni storico-culturali e del patrimonio economico-sociale delle collettività locali. Si è inteso, così, assicurare la massima cornice di sicurezza».

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