Oceano e clima, il focus: l'Università Vanvitelli in Antartide

Il ricercatore casertano Iazzetta nella spedizione in Antartide

Oceano e clima, il focus: la "Vanvitelli" al Polo
Oceano e clima, il focus: la "Vanvitelli" al Polo
di Nadia Verdile
Domenica 17 Marzo 2024, 10:24 - Ultimo agg. 18 Marzo, 10:34
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Caserta in Antartide con l'Università Vanvitelli. Davide Iazzetta ricercatore al dipartimento di Matematica e Fisica è stato coprotagonista della campagna oceanografica della 39sima spedizione in Antartide finanziata dal ministero dell'Università e ricerca. Un viaggio, molti studi e l'emozione di essere dentro un grande percorso per capire, conoscere e studiare i cambiamenti climatici. Sulla "Laura Bassi", l'unica nave da ricerca oceanica di proprietà di un istituto pubblico in Italia e l'unica a disposizione della ricerca nazionale, Iazzetta ha viaggiato verso il sud del mondo, solcando mari impervi e poi ghiacciati.

«Abbiamo raccolto dati - racconta Iazzetta - per comprendere meglio quelle che sono le dinamiche oceaniche. Sulla nave dove abbiamo viaggiato vengono sviluppati più progetti scientifici. Quello a cui ho preso parte si chiama "Tenore" che sta per TErra NOva bay polynya high Resolution Experiment, che è coordinato da Giannetta Fusco, docente di Oceanografia e Fisica dell'atmosfera all'Università Parthenope».

Nel mare di Ross insiste la baia Terra Nova, larga circa 64 chilometri, situata sulla costa di Scott. Il mosaico di ecosistemi marini presenti rende quest'area un laboratorio ideale per lo studio delle caratteristiche biologiche ed ecologiche costiere antartiche. Le ricerche ecologiche sugli ecosistemi marini hanno avuto inizio nel 1987, le informazioni raccolte sono essenziali per la comprensione delle dinamiche del cambiamento climatico.

«La Baia - continua Iazzetta - è molto interessante dal punto di vista scientifico perché rappresentativa di un fenomeno caratteristico di alcune coste antartiche e cioè la formazione di nuovo ghiaccio marino grazie alla presenza di forti venti che, nati per moti discensionali sui crinali montani durante l'estate, liberano la costa dal ghiaccio preesistente. Questo comporta che, durante il processo di congelamento, il sale che è presente nell'acqua che si trasforma in ghiaccio viene rilasciato permettendo il passaggio alla fase solida; in parole semplici vuol dire che viene prodotta una grande massa di acqua a grande salinità e dunque a maggiore densità; è quest'acqua che contribuisce in modo sensibile alle dinamiche oceaniche su scala globale».
Un occhio casertano dunque, anzi due, per studiare il fenomeno.

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L'Antartide è una delle otto ecozone, dette anche regioni biogeografiche, del nostro pianeta ed è il luogo più freddo in assoluto della Terra e con le maggiori riserve di acqua dolce. Da 25 °C a 40 °C il clima ma il gelo, le placche di ghiaccio, l'aria tagliente non hanno smussato né ridotto l'entusiasmo del giovane ricercatore che è seguito dal professore Mauro Rubino, esperto di Fisica applicata, titolare all'Università "Vanvitelli" della cattedra di Fisica dell'Ambiente. «Quello condotto in Antartide - spiega il professore Rubino - è di carattere globale, riguarda il clima del nostro pianeta. Nella zona studiata col progetto Tenore si sta alterando il flusso dell'oceano che è un regolatore del clima globale. L'alterazione del flusso oceanico può causare alterazioni del clima che giungono fino a noi. In questa parte del mondo è più facile vedere gli effetti, è più facile fare le analisi perché si è lontani dalla presenza umana».
L'esperienza al Polo Sud è un altro fiore all'occhiello dell'Università "Vanvitelli" che negli anni cresce e vede moltiplicarsi le occasioni per i suoi studenti.

«Offriamo - continua Rubino - percorsi che permettono di studiare l'ambiente in generale e più in particolare il clima e il ciclo del carbonio, con metodologie fisiche innovative e di partecipare anche a progetti internazionali, com'è questo, con collaborazioni che vedono impegnati scienziati e studiosi di tutto il mondo. Questi progetti consentono una crescita sia dal punto di vista umano sia scientifico e questo riguarda sia gli studenti che sono alla magistrale sia quelli che fanno il dottorato. Iniziative come questa tenutasi in Antartide danno lustro al nostro ateneo e ritengo debbano essere conosciute affinché gli studenti del territorio possano scoprire le mille occasioni di crescita che i dipartimenti di discipline scientifiche offrono». Progetti di altissimo livello che danno una marcia in più a quanti proiettano la loro attività lavorativa nel mondo delle scienze. Soddisfatto anche il direttore del dipartimento di Matematica e Fisica, Lucio Gialanella. Finanziato con 213mila euro da Programma nazionale di ricerca in Antartide, ha visto in campo tre atenei, "Parthenope", "Vanvitelli" e Università politecnica delle Marche, il Cnr, il Cira. Hanno collaborato per la "Vanvitelli" oltre a Davide Iazzetta e Mauro Rubino anche Fabio Marzaioli e Luisa Stellato. Sconosciuta per millenni, anche se fin dall'antichità era stata ipotizzata l'esistenza di una Terra Australis, il primo avvistamento confermato del continente si fa risalire al 1820 ad opera di una spedizione russa che però fu sostanzialmente ignorata per l'inospitalità del continente.
 

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