De Rosa tra inchieste e minacce:
via la scorta, resta la sorveglianza

De Rosa tra inchieste e minacce: via la scorta, resta la sorveglianza
di Mary Liguori
Mercoledì 29 Gennaio 2020, 07:30
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Domenica sera l’autista e il finanziere armato che sono stati l’ombra di Marcello De Rosa negli ultimi due anni hanno salutato il sindaco di Casapesenna.

L’Ucis, l’ufficio centrale interforze per la sicurezza in seno al Viminale, ha stabilito che per il primo cittadino finito sotto scorta sei anni fa (per i primi quattro anni era affidato alla olizia) dopo una rapina con sequestro di persona avvenuta nella sua villa, non ci sono più rischi elevati al punto da giustificare un dispositivo di secondo livello. Ma è considerato, evidentemente, ancora in pericolo De Rosa, se il ministero ha comunque lasciato la sorveglianza dinamica sia sotto casa sua che intorno ai luoghi che il sindaco, che di mestiere è un imprenditore edile, frequenta per lavoro. «Avrei preferito non commentare, dopotutto far circolare questa notizia potrebbe incoraggiare eventuali malintenzionati», sono state le uniche parole del sindaco di Casapesenna mentre, via whatsapp, i suoi tanti detrattori informavano un po’ tutti della revoca della scorta. Ché, è storia nota, sebbene De Rosa sia stato rieletto di recente dopo una corsa in solitaria, non tutti sono dalla sua parte ed esiste una profonda frattura, in zona, all’interno del mondo dell’antimafia civile del quale, per aver denunciato un tentativo di estorsione anni fa, De Rosa pure fa parte. Ma è, il sindaco di Casapesenna, anche la stessa persona sotto indagine per cinque anni col sospetto di avere avuto rapporti con i clan, insieme al suo predecessore, Fortunato Zagaria, condannato di recente per le minacce all’altro sindaco di Casapesenna, Giovanni Zara, e assolto dall’accusa di concorso esterno col clan dei Casalesi.

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Dopo cinque anni di indagini, a ogni modo, De Rosa e Zagaria sono stati scagionati: l’archiviazione è stata chiesta e ottenuta dalla Dda di Napoli in seguito ai meticolosi e lunghi accertamenti. Ma non è stata questa vicenda giudiziaria, tantomeno quella in corso in cui De Rosa risponde di minacce nei confronti di un consigliere comunale, ad aver determinato la revoca della scorta. Alla base della decisione c’è la direttiva del Viminale nel 2018 che restringe i parametri di valutazione di rischio nell’ottica di razionalizzare le misure di protezione e fornire criteri più stringenti nell’analisi delle situazioni che richiedono le tutele personali. Al primo giugno 2018 le misure attive erano 618, con l’impiego di 2.218 persone, oltre a circa 230 agenti per le vigilanze fisse; 434 le auto blindate fornite, 266 le vetture non specializzate. Un anno dopo, le misure di sicurezza attive risultavano 569, con un calo di circa il 9% del numero di agenti utilizzati. 

In provincia di Caserta sono attive diverse misure di protezione, molte delle quali riguardano blogger e giornalisti.
 
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