Droga, in Appello riviste le condanne alla gang dei pusher

il tribunale di santa maria capua vetere
il tribunale di santa maria capua vetere
di Biagio Salvati
Venerdì 18 Marzo 2016, 11:30
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CASERTA - Il processo d’Appello contro il cartello dello spaccio di droga dei Bellagiò di Santa Maria Capua Vetere e quello di altri due gruppi operanti tra San Felice a Cancello e Santa Maria a Vico, termina in secondo grado con una leggera riduzione per quindici imputati, assoluzioni per altri cinque e la conferma delle pene per i rimanenti diciassette. Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere (per alcuni caduta con la sentenza di ieri) finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio.
Particolarmente difficili le indagini avviate nel 2010 dai carabinieri che riuscirono a individuare diversi gruppi, facenti riferimento a diverse aree geografiche della provincia di Caserta e di Napoli. Pesanti, benché ridotte, le pene comminate dalla Corte di Appello di Napoli presieduta dal giudice Maurizio Stanziola, ai sammaritani Giuseppe Pimpinella (14 anni) e Manola Del Gaudio (15 anni). La condanna minore è stata inflitta alla straniera Nazira Zanghanaeva (2 anni e otto mesi). Nel mezzo, altre condanne che hanno riguardato Vincenzo Palmieri (10 anni e 4 mesi), Maurizio Castaldo (6 anni e 4 mesi), Mario Basilicato (11 anni e 2 mesi), Antonio Passariello (9 anni e otto mesi), Davide Passariello (5 anni), Antonio Cappiello (4 anni e 8 mesi), Giuseppe Casapulla (6 anni e 8 mesi), Raffaele Napolitano (10 anni e 4 mesi), Maria Luisa Caruso (6 anni), Angela Di Lorenzo (2 anni e 8 mesi) e il casertano Pietro Setaro che dalla condanna a 5 anni è passato a quella di 4 anni e quattro mesi di reclusione. Tra gli assolti Teresa Barbarino e Carmine Affinita.

Tra le condanne confermate in pieno quelle a carico di Clemente Barbarino, Giovanni Pimpinella, Filippo e Raffaele Piscitelli; Giuseppe, Giovanni e Angelo Costantino. I due gruppi erano divisi in otto sottogruppi e tutti si rifornivano dagli stessi narcos: usavano il canale del Sud America e quello dell’Africa, via Spagna. La complessa attività investigativa si è sviluppata grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di appostamento e di pedinamento che hanno svelato «un intenso traffico di sostanze stupefacenti in grado di gestire tonnellate di droga l’anno». Impegnati, nella difesa, gli avvocati Vittorio Caputo, Enzo Domenico Spina, Mario Mangazzo, Luca Viggiano, Giuseppe Romano, Orlando Sgambato e altri. Nel corso dell’udienza, il presidente ha vietato l’interlocuzione tra avvocati e assistiti stabilendo un tempo massimo per pronunciare le arringhe, circostanza segnalata da alcune toghe alla Camera Penale di appartenenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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