Duomo a Casertavecchia a singhiozzo. I fedeli pronti a fare da custodi

Non c'è più il parroco

Il Duomo a Casertavecchia
Il Duomo a Casertavecchia
di Lidia Liberto
Lunedì 27 Febbraio 2023, 08:15
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È stata la prima cattedrale della Diocesi di Caserta, è un gioiello dell'arte e dell'architettura che, per la sua bellezza e le sue caratteristiche costruttive, interessa e incuriosisce visitatori e studiosi. Da qualche mese, però, è aperta a singhiozzo per l'assenza di un parroco. Da quando, il precedente, don Nicola Buffolano, è in altra sede, la chiesa è, infatti, accessibile solo in alcune mattinate (lunedì, mercoledì e venerdì) e il sabato e la domenica per l'intera giornata. Già a dicembre, sulle colonne di questo giornale, si diede voce agli abitanti e ai visitatori che denunciavano il disagio. Ma da allora nulla è cambiato.

 


«È una situazione che va avanti da mesi e che danneggia la nostra comunità di fedeli ma anche l'immagine turistica del Borgo», dice Michele Della Valle, titolare di un b&b situato nel centro di Casertavecchia. La Cattedrale, oltre ad essere luogo di culto, è la tappa più importante per chi visita il borgo. Ed è capitato più di una volta che gruppi di turisti giunti di venerdì pomeriggio abbiano trovato la chiesa chiusa.
«Ci sentiamo trascurati.

Anche le celebrazioni liturgiche sono ridotte all'essenziale. Abbiamo cercato di sensibilizzare il vescovo sulle nostre esigenze, ma finora non è stata trovata alcuna soluzione», dice uno degli abitanti che preferisce l'anonimato. «Non voglio più metterci la faccia. Tanto non serve, anzi, serve solo a farmi dei nemici», insiste.


Dunque, ben lontani i tempi nei quali la cattedrale era diventata un punto di riferimento per una comunità di fedeli più ampia, quando tante persone venivano anche dalla città nuova e dalle frazioni limitrofe per partecipare alle funzioni che lì sembravano assumere un'aura suggestiva, oggi, invece, bisogna trovarsi con gli orari di apertura stabiliti. Una necessità, peraltro, questa degli orari in quanto l'apertura e la custodia della chiesa sono affidati a un sagrestano che è tenuto ad assicurare la sua presenza per venti ore settimanali.


«Ci rendiamo conto delle difficoltà e per ovviare a questo problema saremmo anche disposti ad occuparci noi, in modo volontaristico, a rotazione e per un tempo limitato, dell'apertura del duomo, pur di non far trovare a nessuno quelle porte sbarrate», è la proposta di Della Valle. I responsabili della diocesi, vescovo Pietro Lagnese in testa, stanno cercando da tempo di risolvere il problema. Nei mesi scorsi erano stati investiti dell'incarico di occuparsi della Cattedrale i frati cappuccini. Ma solo qualche settimana dopo i francescani hanno lasciato.

«Dobbiamo fare i conti con una grave carenza di sacerdoti», spiega don Gianni Vella, vicario generale della curia. «Ci rendiamo conto del valore artistico-culturale-turistico ma anche simbolico della cattedrale, dunque, non stiamo trascurando niente né tantomeno sottovalutando le attese e le richieste degli abitanti e dei fedeli. Certo assicureremo le funzioni del periodo pasquale e anche aperture più ampie. Ma più di tanto per ora non possiamo fare».


Da qui la disponibilità a prendere in considerazione le proposte che vengono dagli abitanti: «Disponibili a darci una mano? Perché no, anche se, finora, mi erano sembrati alquanto titubanti», afferma don Gianni. Che aggiunge: «Dal canto nostro, stiamo prendendo in esame anche altre ipotesi per le aperture: abbiamo pensato persino di far ricorso ai volontari del servizio civile o, perché no, di creare un'associazione di "Amici del Duomo" o di Casertavecchia, come già esiste quella degli "Amici della Reggia". Una disponibilità a 360 gradi e della quale c'è urgente bisogno anche oltre la questione Duomo se non si vuole che Casertavecchia diventi una città fantasma.


«Il borgo si va sempre più spopolando. Troppo pochi i servizi e tanti i disagi per chi vi abita», osserva Franco Giaquinto, titolare di una delle strutture alberghiere. «Ognuno deve fare la propria parte e non solo sul problema del Duomo. Io ho creduto e investito qui. E ci sono a dare una mano. Spero che anche gli altri abbiano questa volontà. È il momento di fare squadra e di superare le divisioni che rischiano di danneggiare irrimediabilmente la nostra comunità».
 

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