Ex Alcatel venduta all'asta, il Comune rivendica l'area

Per il Comune il concordato preventivo va rigettato

L'area dell'ex Alcatel
L'area dell'ex Alcatel
Venerdì 22 Settembre 2023, 08:50
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«Fermate la vendita all'asta e la conseguente procedura di alienazione immobiliare». Linea bollente tra il Tribunale di Milano e il Comune di Maddaloni: il confronto serrato tra liquidatore giudiziale Pietro Paolo Rampino e l'ente locale ha aperto uno scenario inimmaginabile. Dopo 10 anni di contenziosi, una tormentata vendita al ribasso dell'ex sito produttivo dell'Alcatel, si è materializzata la richiesta di "liquidazione giudiziale": praticamente è stato chiesto il fallimento per la distribuzione del patrimonio residuo per sopraggiunta insolvenza. Ma il fatto inatteso lo annuncia il sindaco De Filippo: «Vista l'ufficiale dichiarazione di incapienza, il concordato preventivo va rigettato. Pertanto, l'unica via d'uscita per il sito che ha ospitato la prima fabbrica di elettronica della provincia Caserta è che sia acquisito ai beni comunali».

La vendita dei cespiti immobiliari (capannoni e palazzine uffici), delle vaste aree di pertinenza e del campo di calcio ha fruttato un milione e 250mila euro. Non ci sono i soldi per pagare il Tfr residuo degli ex dipendenti con annessi incentivi ed emolumenti arretrati. Nella graduazione dei crediti, circa 800mila euro saranno corrisposti ai creditori prededucibili cioè ai professionisti e a coloro che hanno provveduto alla gestione del sito in questi lunghi 11 anni. «Pertanto - annuncia il sindaco - chiediamo tre cose: sia fermata la procedura in corso per manifesta incapienza; secondo, siano garantiti tutti gli emolumenti agli ex lavoratori che non rientrano nel fondo di garanzia dell'Inps; terzo, il Comune non rinuncia ad un euro dei tributi comunali non pagati: per inadempienza esercitiamo il diritto di prelazione dello stabile».

In aggiunta, sono negate tutte le facilitazioni urbanistiche sull'utilizzo dell'ex fabbrica che resta area non più produttiva ma per insediamento di servizi di pubblica utilità. Rilanciata l'idea della creazione di un "Polo funzionale al servizio del Policlinico".

Insomma, l'"ex fabbrica Alcatel" è per Maddaloni quello che l'ex Macrico è per Caserta. Il Comune non rinuncia ad acquisire al patrimonio pubblico un'area di oltre 49mila metri quadrati, assumendo così anche la funzione di ente attuatore della conversione urbanistica e della bonifica ambientale. Non è una suggestione. Ma una tesi amministrativa concreta che ispira anche la costituzione innanzi al Tar. Il Comune si schiera contro la richiesta di annullamento del Puc, causa cambio di destinazione d'uso dell'area, firmata dal commissario giudiziale.

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Intanto, non si contano le diffide dell'Ufficio ecologia, dell'Asl e anche degli ex dipendenti sull'urgenza di mettere in sicurezza la spettrale struttura dell'ex sito trasformata in area di ricovero per animali randagi e zona a rischio per la presenza di rifiuti speciali o pericolosi. Il Comune si fa forte delle direttive urbanistiche, regionali e provinciali, che vietano la persistenza di attività industriali inquinanti in aree residenziali e impongono percorso di rigenerazione urbana. «Aspettando che il Tar - conclude De Filippo - si pronunci nel merito, siamo tranquilli perché fermamente determinati a rispettare e applicare alla lettera le direttive per la riqualificazione del territorio. L'ex Alcatel dovrà essere un'area verde e un polo dei servizi di pubblica utilità».

 

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