Frana, stop incubo bus: «Caos e tanti disagi»

Riaperta in serata la Caserta-Benevento, dopo il diallineamento dei binari nel Sannio

Viaggiatori alla stazione di Caserta
Viaggiatori alla stazione di Caserta
di Gabriella Cuoco
Mercoledì 19 Aprile 2023, 09:20
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Della quindicina di treni ad Alta velocità e Intercity che, quotidianamente, da Caserta si snodano tra le due stazioni di Roma Termini e Tiburtina, ieri solo uno è partito e arrivato in orario. Un'odissea senza fine e un caos inimmaginabile sin dalle prime ore del mattino, a causa di cancellazioni e ritardi di convogli. Se si pensava che la vicenda legata al cedimento di una parte della massicciata nel tratto beneventano tra Amorosi e Telese, sulla linea ferroviaria Foggia-Caserta, potesse rientrare nella mattinata di ieri, dopo l'intervento dei tecnici di Rfi per verificare l'infrastruttura e riattivare la circolazione, ci si sbagliava.

Gli addetti ai lavori hanno dovuto lavorare l'intera giornata e dare il via libera all'apertura del tratto solo in serata. Le ripercussioni maggiori, però, si sono registrate soprattutto alla stazione di Caserta, e all'esterno in piazza Garibaldi, dove per ogni treno in arrivo e in partenza dalla Capitale, cinque o sei autobus, messi a disposizione dal Gruppo Ferrovie dello Stato, accoglievano centinaia e centinaia di passeggeri diretti a Benevento e in Puglia.

Una situazione quasi mai vista, in quanto l'attivazione del servizio sostitutivo con autobus per garantire i collegamenti tra le località interessate dall'interruzione, secondo i pendolari, ha fatto acqua da tutte le parti. Numerose le polemiche, tanta la rabbia dei viaggiatori casertani, vittime di una situazione che non ha visto interessato il territorio in maniera diretta, dal punto di vista degli interventi. Docenti, personale Ata, militari e anche avvocati, che quotidianamente usufruiscono della linea a lunga percorrenza Caserta-Roma, hanno dovuto fare i conti con grosse difficoltà che, a quanto pare, quest'anno sono all'ordine del giorno.

«Si stanno verificando cose assurde con questi treni. Non è possibile dice Nicola Longo, insegnante da tre anni pendolare - che siamo costretti a doverci fare la croce ogni giorno. Capisco che si tratta di vicende non prevedibili, come quella dello smottamento, ma l'organizzazione da parte di Ferrovie dello Stato deve essere alla base perché noi paghiamo un abbonamento con Trenitalia. Abbiamo famiglia e se dobbiamo lavorare in queste condizioni, la nostra professionalità viene meno. Non è possibile arrivare a destinazione con due ore e mezzo di ritardo come è accaduto a me».

Anche Apollonia Rosato, docente di scuola primaria, ha raccontato la sua infinita mattinata. «Dovevo entrare a scuola alle 11,30 ma ha raccontato visto che il treno che prendo solitamente a Caserta è stato cancellato, sono dovuta andare alla stazione di Napoli centrale. Dopo un via vai, insieme ad altre colleghe, un treno perso e una chiacchierata infinita con un operatore allo sportello informativo per avere un'autorizzazione a salire su un Frecciarossa, siamo arrivate a scuola con un'ora e mezza di ritardo. Tutto questo, con un disagio emotivo ma anche fisico».

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La stessa odissea è toccata anche alla collega Giovanna Cafaro che, ha sottolineato «che purtroppo, a causa di questo disagio sulla tratta beneventana l'app di Trenitalia, da lunedì, non dava segnali di vita. È stato completamente impossibile renderci conto di quale treno era garantito. Un disastro sotto ogni punto di vista anche per chi da Roma Termini doveva rientrare a Caserta a causa di rallentamenti». Gabriella Zimbardi, invece, anche lei insegnante alla scuola primaria, ha dovuto saltare un giorno di lavoro. «Ho provato ad andare alla stazione di Napoli Afragola, pagando addirittura anche un'integrazione del biglietto dice ma il capotreno non mi ha fatto salire. Così, sono tornata a casa e ho perso una giornata di lavoro. Ci tengo però a sottolineare che, con tutti quei disagi in atto, allo sportello della biglietteria di Caserta c'era una sola operatrice. Assurdo, non ho mai visto tanta confusione».
 

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