Galoppatoi-degrado a Caserta, Sos al prefetto: «Un patto per gestire le casermette»

Lettera di 15 associazioni

Le casermette ai galoppatoi di Caserta
Le casermette ai galoppatoi di Caserta
di Nadia Verdile
Lunedì 8 Gennaio 2024, 07:52 - Ultimo agg. 16:55
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Abbandono, incuria, criminalità, i galoppatoi di viale Carlo III gridano vendetta a Dio e le associazioni si mobilitano per riaccendere i riflettori sullo stato di degrado in cui versano. Quindici sigle hanno scritto al prefetto Giuseppe Castaldo per denunciare lo stato dell'arte e per chiedere di prendere in considerazione le loro proposte. «Le associazioni - spiega Matteo Palmisani, agronomo, delegato Lipu Caserta - hanno scritto più volte ai sindaci di San Nicola la Strada e di Caserta, al soprintendente e alla fine anche al prefetto per chiedere misure urgenti per eliminare le criticità che insistono su viale Carlo III. Chiediamo che i galoppatoi possano essere fruiti dalla cittadinanza in piena sicurezza poiché oggi non è possibile in quanto quella zona è piazza di spaccio, prostituzione e abbandono incontrollato di rifiuti».

Già due anni e mezzo fa, nel mese di luglio 2021, undici associazioni scrissero all'allora prefetto Raffaele Ruberto chiedendo di mettere intorno ad uno stesso tavolo i comuni di Caserta e di San Nicola La Strada, la Soprintendenza di Caserta e le associazioni firmatarie, per concordare interventi di conservazione per la salvaguardia di un'area vincolata e per l'istituzione di un parco pubblico. «Abbiamo chiesto continua Palmisano - un patto di collaborazione per la gestione delle casermette, ex caserma Brignole, su una superficie di 6 ettari.

Abbiamo proposto a più riprese che divengano un parco pubblico all'interno del quale dare vita a due musei, quello della pace e quello della memoria visto che Caserta non ha nessun segno del passaggio della quinta armata che siglò, proprio nella nostra città, la resa nazista e la fine della seconda guerra mondiale. Non vorremmo che viale Carlo III, strada monumentale di accesso alla città, rimanga il simbolo del degrado del capoluogo. Il sindaco Carlo Marino ci ha promesso che ci incontrerà dopo le feste natalizie. Vedremo».

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Intanto, lo scempio di quei luoghi è sotto gli occhi di chi arriva a Caserta. «Il prefetto Ruberto - si legge nella lettera - incaricò la Soprintendenza di organizzare il tavolo che provvide a inviare una nota ai Comuni ricordando loro le misure da adottare per la tutela del sito. Al silenzio istituzionale le associazioni risposero con una serie di azioni che portarono alla rimozione di rifiuti e al coinvolgimento della cittadinanza attiva. Seguirono incontri con il funzionario incaricato della Soprintendenza, attuale Soprintendente, senza esito. Sono trascorsi più di due anni dalla prima segnalazione, senza che ci sia stato un intervento significativo. Le preannunciamo che, su questo argomento, in caso di un protrarsi di questo silenzio da parte delle autorità preposte, daremo corso a delle iniziative pubbliche per consentire ai cittadini di usufruire in piena sicurezza di quei luoghi, storici e pubblici». Hanno firmato la lettera Spazio Donna, Città Viva, Legambiente, Centro Sociale ex Canapificio, Arci, Arcipelago, Italia Nostra, Cittadinanza Attiva, GreenCare Caserta, Wwf Caserta, Lipu Caserta. L'altr'Italia Ambiente, Movimento blu, Univoc Caserta, Uici. © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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