Mercato immobiliare nel Casertano: inflazione e tassi frenano la vendita di case

Frenata dovuta soprattutto all'aumento dei mutui

Mercato immobiliare in crisi a Caserta
Mercato immobiliare in crisi a Caserta
di Emanuele Tirelli
Lunedì 8 Gennaio 2024, 07:38
4 Minuti di Lettura

Compravendite in calo, mercato degli affitti in crescita: anche per studentesse e studenti universitari. È stato un 2023 caratterizzato dall'inflazione e dall'aumento dei tassi di interesse dei mutui. E per i locali commerciali c'è spesso la paura che l'attività vada male e il canone non venga corrisposto, così si preferisce tenerli sfitti e aspettare la richiesta da parte di un imprenditore già solido. «Nel corso dell'anno appena concluso abbiamo notato una diminuzione delle compravendite pari al 20-25%. Si tratta di una flessione anche rispetto al periodo in cui eravamo in emergenza da Covid: dopo la prima ondata c'era il timore che il mercato si fermasse ma non è stato così, e pure il 2021 e il 2022 sono state delle buone annate». Paola Monaco è un'agente immobiliare con sede nel centro di Caserta ma attiva in tutta la regione. «La crescita dei tassi di interesse dei mutui ha spezzato un po' il mercato. Gli aspiranti acquirenti non si sono estinti, ma spesso non riescono ad arrivare alla concessione del mutuo perché il rapporto rata-reddito supera le possibilità».

La crescita dei tassi di interesse si accompagna quindi all'inflazione e impedisce a molti di finalizzare l'acquisto di un immobile, ma Monaco riferisce pure che la città capoluogo e i comuni limitrofi tengono meglio della provincia più distante.

E parla di un calo sensibile dell'acquisto finalizzato all'investimento. «Prima si tendeva anche a comprare le abitazioni per i propri figli. Adesso molti di quegli immobili sono stati venduti o sono in vendita perché i figli si sono trasferiti altrove. E, con l'abbassamento progressivo dell'età dell'esodo, c'è chi non si arrischia in un investimento del genere in una città dove sanno che molto probabilmente i figli non torneranno nemmeno dopo la laurea». La richiesta di immobili in locazione è salita e i prezzi sono leggermente aumentati. Lo riferisce Salvatore Petrella, agente immobiliare e presidente di Confesercenti Caserta. «Il mercato dei fitti è sempre più vivace e lo è stato soprattutto nel 2023. Inoltre stanno cambiando progressivamente le richieste: metrature più piccole e abitazioni arredate. Lo notiamo anche con le ristrutturazioni che al termine dei lavori danno vita a un numero di appartamenti maggiori rispetto a quelli di partenza. D'altronde i bilocali sono ottimi anche per le aziende, come foresteria. E i contratti transitori sono cresciuti rispetto al passato perché restituiscono la disponibilità dell'immobile in tempi rapidi favorendo la possibilità di scelte differenti». Petrella specifica però che un certo dinamismo appartiene pure al mercato delle metrature maggiori e delle ville a schiera. «Pensiamo inoltre che da molti anni sono in tanti a scegliere di trasferirsi a Caserta e nella sua immediata provincia. E la crescita dei prezzi a Napoli ha continuato a spostare l'utenza verso Terra di Lavoro che ha sicuramente richieste più contenute. Ecco perché Caserta, Santa Maria Capua Vetere, San Prisco, Curti e San Tammaro, sono molto richieste sia per i prezzi più bassi del mercato partenopeo che per la vicinanza al casello dell'autostrada e alla variante».

Video

Studentesse e studenti universitari sono tornati in città già dal 2022, e quest'anno il trend si è confermato. «Parliamo di stanze», dice Sara Femiano, agente immobiliare del centro di Caserta. «Quando si creano gruppi di due o tre persone preferiscono l'appartamento per questioni di comodità, e i prezzi hanno vissuto un aumento minimo dopo tanti anni di stallo. E poi nel 2023 abbiamo visto crescere in maniera sensibile il numero di dottorande e dottorandi che arrivano alla "Vanvitelli" dalle università straniere». Continua invece a sbadigliare il mercato degli immobili commerciali. D'altronde basta fare una passeggiata nel centro di Caserta per notare quanti locali hanno la saracinesca abbassata. «Le richieste non sono tantissime e i proprietari non le accettano tutte. Spesso hanno paura che la nuova attività non vada bene. Sanno che potrebbero avere più di una difficoltà nel rientrare in possesso del locale e allora preferiscono tenerlo chiuso aspettando una buona occasione». L'ideale è un imprenditore solido. «Non vogliono rischiare e si sentono più tutelati».

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA