I netturbini in rivolta e la protesta si "allarga"

I lavoratori chiedono servizi e igiene nella rimessa, i cittadini: "Ex isole ecologiche diventate discariche"

I netturbini in rivolta e la protesta si "allarga"
I netturbini in rivolta e la protesta si "allarga"
di Nicola Rosselli
Mercoledì 15 Novembre 2023, 08:14
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Il sindacato Usb indice uno sciopero dei lavoratori della Tekra per il prossimo 5 dicembre per una serie di vicende e l'evento si trasforma in una sorta di manifestazione contro il degrado, con il Comitato ambientale aversano che invita i cittadini a partecipare alla manifestazione fissata nel giorno dello sciopero.
«La Tekra si legge in un comunicato dopo ripetuti inviti al dialogo, da parte nostra, per iniziare un percorso di risanamento delle tante problematiche nei siti di Aversa rimane silente e chiusa per un confronto risolutivo e costruttivo. Nel sito di Casaluce, dove è situata la rimessa degli automezzi usati per la raccolta dei rifiuti della città di Aversa ed i container usati come uffici e spogliatoi da tutte le lavoratrici e lavoratori della Tekra, manca acqua potabile da bere e per farsi una doccia a fine turno, inoltre lo stesso sito è situato in un'azienda di rottamazione e su una fogna a cielo aperto, è strapieno di ratti e usato spesso come deposito di rifiuti, una violazione ed una realtà insostenibile per chi la vive».

Il problema continua ad essere l'inspiegabile chiusura delle due isole ecologiche di Aversa di Cappuccini ed di via Perugia, «chiuse per mancanza di sicurezza alcuni anni fa, mai ripristinate dall'amministrazione comunale, oggi utilizzate normalmente dai lavoratori della Tekra in condizioni ambientali e di sicurezza peggiorative per i lavoratori ma anche e soprattutto per la stessa cittadinanza».

Questa la situazione oggi: «Impianti antincendio inesistenti, uffici devastati, rifiuti pericolosi trattati sul posto. Anche l'area antistante lo stadio comunale è usata dalla Tekra come luogo per il travaso di ogni tipo di rifiuto, anche umido, dai camioncini ai tir più grossi con regolare sversamento di percolato nel parcheggio pubblico».

Uno scenario che ha fatto intervenire anche il Comitato ambientale aversano che appoggerà lo sciopero. «In questi anni affermano le associazioni ambientaliste, prima fra tutte Stop al Biocidio ovunque le nostre denunce per violazione della sicurezza ambientale sono state parecchie e hanno interessato anche le ex isole ecologiche aversane in via Perugia (viale Europa) ed ai Cappuccini, diventate oramai discariche a cielo aperto e soprattutto pericolose per la salute pubblica e a danno dei cittadini e anche degli stessi operatori che sono costretti a lavorare in situazione di enormi pericolosità e violazioni. Solo alcune settimane fa si denunciava le condizioni in cui versano non solo Cappuccini ma anche il sito in via Perugia per presenza di eternit e altri rifiuti speciali».

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«Rifiuti pericolosi e non, sversamenti illeciti, percolato e tanto altro affermano gli ambientalisti la fanno da protagonisti nelle due ex isole ecologiche aversane, chiuse grazie a nostre segnalazioni di continue violazioni, di mancanza di sicurezza e del rispetto delle norme ambientali. Gravità che minavano la salute pubblica e l'ambiente, oggi tali pericolosità sono cresciute e le violazioni aumentate, grazie anche all'amministrazione comunale aversana che non ha mai risanato le due aree e che oggi sono normalmente usate dai lavoratori della Tekra per il trattamento dei rifiuti della città, comprendendo anche rifiuti e scarti pericolosi per la salute pubblica e l'ambiente».
«Il 5 dicembre concludono sarà l'occasione per ribadire anche all'attuale commissario delle proprie responsabilità nel Municipio, per aprire un giusto dialogo e pretese verso il futuro sindaco di Aversa e la futura giunta, chiunque essi saranno. Ribadiremo che la salute pubblica e la difesa dell'ambiente devono essere priorità per la nostra città. Città al centro del triangolo della "Terra dei fuochi" soggetta spesso, come noto, a traffici illeciti di ogni tipo di rifiuto pericoloso e dannoso, come succede nel resto dell'Agro aversano, dove malattie oncologiche e malaffare la fanno da padrone».
 

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