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I percettori del reddito ripuliscono il Monumento: «Non siamo parassiti»

Presidio organizzato all'indomani della manovra approvata dal Governo che modifica i parametri di erogazione del sussidio

I percettori del reddito di cittadinanza
I percettori del reddito di cittadinanza
di Daniela Volpecina
Articolo riservato agli abbonati
Domenica 4 Dicembre 2022, 09:58 - Ultimo agg. : 16:56
3 Minuti di Lettura

«O il lavoro oppure il reddito non si tocca», recita così lo slogan esibito ieri davanti al Monumento ai Caduti di Caserta da un gruppo di percettori del reddito di cittadinanza. Al loro fianco il comitato Città viva e tante associazioni, i migranti, la chiesa e anche i consiglieri comunali Andrea Boccagna e Raffaele Giovine. Un presidio organizzato all'indomani della manovra approvata dal Governo che modifica i parametri di erogazione del sussidio e riduce la platea dei beneficiari. In piazza uomini, donne, anziani, giovani, stranieri. Una moltitudine trasversale di persone, ciascuna con la propria storia e le proprie difficoltà. Economiche ma non solo. Armando ha 56 anni e percepisce il reddito di cittadinanza da diciotto mesi. Da quando cioè ha perso il suo lavoro di operaio. Grazie al sussidio può far fronte alle spese sanitarie per la moglie e la figlia, entrambe malate. «Solo per i farmaci e le terapie racconta spendo ogni mese circa quattrocento euro. Sono continuamente alla ricerca di lavoro ma fino ad ora ho incrociato soltanto persone che volevano sfruttarmi. L'ultima proposta, mi vergogno anche a dirlo, è stata di 2,50 euro all'ora per turni di quindici ore consecutive a 120 Km da casa mia».

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Assunta di anni ne ha 48, lei e il marito sono entrambi disoccupati, hanno tentato invano di ricollocarsi, poi due anni fa, lei è riuscita a beneficiare del Reddito e così hanno potuto mantenere la casa e far studiare le due figlie. «Senza sussidio ammette - saremmo finiti sicuramente per strada. Il fitto, le bollette, la spesa, i libri per la scuola, questo è ciò che riusciamo a fare con il contributo erogato dallo Stato. Ci pesa tantissimo questa situazione. Io e mio marito abbiamo sempre lavorato e non siamo abituati a chiedere. Speriamo di riuscire a trovare al più presto un impiego, non siamo dei parassiti». E poi c'è Julieta, 63enne, albanese con cittadinanza italiana: «Sono disposta a fare qualsiasi lavoro dice - purché non si tratti di sfruttamento».


E ancora Antonietta, 69 anni, che ammette di essere sopravvissuta negli ultimi tre anni solo perché c'era il reddito: «Spiace però racconta - essere trattati come degli appestati». Nessuno di loro è stato mai contattato dal centro per l'impiego. A nessuno è stato chiesto di frequentare un corso di formazione. Tutti temono i tagli previsti dalla manovra del Governo che rischia di farli ripiombare sotto la soglia della povertà. «Con il Reddito spiega Vincenzo Fiano del comitato Città Viva è stato possibile dare un aiuto concreto a tante famiglie. Caserta è infatti la quinta provincia d'Italia per numero di percettori. Stando agli ultimi dati Inps dovrebbero essere circa 107mila. Se lo Stato non è in grado di offrire un lavoro congruo a queste persone, se i Comuni non attivano i progetti di utilità collettiva, non si può poi pensare di risolvere il problema penalizzando proprio i percettori. Togliere il reddito senza offrire alcuna prospettiva concreta significa rendere queste persone preda dello sfruttamento e della criminalità».
Parole a sostegno dei manifestanti sono giunte anche dal vescovo di Caserta, Monsignor Pietro Lagnese: «Sono vicino a tutti coloro che per mancanza di lavoro e carenza di sufficienti sostegni economici pubblici sono costretti a vivere in situazioni di povertà e disagio sociale. La Chiesa di Caserta, anche attraverso la rigenerazione del Macrico, vuole agire concretamente in loro favore». Dopo il presidio, i manifestanti hanno imbracciato le scope e ripulito l'area che costeggia il Monumento per lanciare un segnale alla città.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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